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Russia-Usa, ancora tensione nei cieli

Mosca invia un cacciabombardiere Su-35 dopo l'avvicinamento di due B-52 americani sul Baltico

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
20 marzo 2023 | 22.55
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Ancora tensioni nei cieli tra Russia e Stati Uniti. Mosca ha reso noto di aver inviato un cacciabombardiere Su-35 nella regione del Mar Baltico in seguito al rilevamento di due bombardieri strategici americani B-52H in grado di trasportare bombe nucleari. I sistemi russi hanno individuato i due velivoli che volavano in direzione del confine con la Federazione russa, ha riferito l'agenzia di stampa russa Interfax.

"I bersagli sono stati identificati come bombardieri strategici B-52H dell'aeronautica statunitense - ha dichiarato il Centro di controllo della difesa nazionale russa - Un caccia Su-35 delle Forze di difesa aerea del distretto militare occidentale è decollato per identificare e prevenire le violazioni del confine della Federazione russa. Dopo il ritiro degli aerei militari stranieri dal confine, il caccia è tornato alla sua base. La missione del caccia russo è stata condotta nel rigoroso rispetto delle regole internazionali sull'uso dello spazio aereo. La violazione del confine non è consentita".

Nei giorni scorsi un drone americano in volo sul Mar Nero, dopo essere stato intercettato da due jet russi, era precipitato dando il via a uno scambio di accuse tra Washington e Mosca, con il primo contatto diretto tra le due superpotenze dopo il primo anno di guerra in Ucraina. Il drone MQ-9 americano sarebbe precipitato dopo la collisione con un jet Su-27 russo, secondo la versione a stelle e strisce. Ma la Russia ha negato ogni responsabilità e parla di incidente: il drone è caduto da solo dopo una manovra errata.

Gli Stati Uniti ricostruiscono l'episodio, durato 30-40 minuti, con le informazioni diffuse da Casa Bianca e Pentagono. Il drone, secondo il generale James Hecker, "stava conducendo operazioni di routine nello spazio aereo internazionale quando è stato intercettato e colpito da un aereo russo", appunto un Su-27 che ha "provocato un incidente e la completa perdita dell'MQ-9". Gli Usa hanno deciso di abbattere il drone in acque internazionali.

Il jet, dice il portavoce del Pentagono Pat Ryder, ''probabilmente è stato danneggiato''. ''A causa dei danni, abbiamo dovuto farlo precipitare nel Mar Nero'', aggiunge il portavoce del Pentagono, spiegando che il drone non riusciva più a volare. Il drone MQ-9 Reaper, aggiunge, stava conducendo "operazioni di routine nello spazio aereo internazionale".

Il generale Hecker ricostruisce le tappe dello scontro: "Alle 7.03 del mattino, uno dei" due "jet russi Su-27" presenti nell'area "ha colpito l'elica dell'MQ-9, costringendo le forze degli Stati Uniti ad abbattere l'MQ-9 in acque internazionali. Diverse volte, prima della collisione, i Su-27 hanno rilasciato carburante volando davanti all'MQ-9 in modo imprudente, non consono e non professionale. Questo incidente dimostra una carenza di competenza oltre a" un comportamento "pericoloso e non professionale", le parole di Hecker.

La Casa Bianca si esprime attraverso John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale: "Se il messaggio è che" i russi "vogliono dissuaderci dal volare e operare nello spazio aereo internazionale, sopra il Mar Nero, allora quel messaggio fallirà, perché ciò non accadrà". Perché "continueremo a volare e a operare nello spazio aereo internazionale su acque internazionali". Kirby, quindi, aggiunge che "il Mar Nero non appartiene ad alcuna nazione. E continueremo a fare ciò che dobbiamo fare per i nostri interessi di sicurezza nazionale in quella parte del mondo". Gli Usa valutano se diffondere almeno in parte le immagini dell'episodio. Intanto, lavorano per recuperare i resti del velivolo ed evitare che la tecnologia a stelle e strisce, con eventuali dati raccolti, finisca nelle mani sbagliate. "Senza scendere nei dettagli, posso dire che abbiamo intrapreso i passi" necessari, dice Kirby. "E' una proprietà degli Usa, non vogliamo che qualcun altro ci metta le mani sopra".

A Washington, viene convocato l'ambasciatore Anatoly Antonov, chiamato a fornire spiegazioni dopo la prima risposta del ministero della Difesa da Mosca: il drone americano MQ-9 Reaper precipitato nel Mar Nero ''stava violando le norme di utilizzo dello spazio aereo'' e per questo ''i caccia russi si sono alzati in volo''. Ma ''non c'è stato alcun contatto tra il drone americano e i caccia russi'' che ''non hanno utilizzato armi''.

''Il drone americano, in seguito a una brusca manovra, ha perso il controllo in volo, ha avuto una perdita di quota ed è precipitato in acqua'', sostiene il ministero. ''Il drone stava volando in direzione del confine della Federazione russa'', aggiunge la nota, affermando che il velivolo aveva ''i transponder spenti''. Il ministero afferma inoltre che ''dopo essere stato rilevato il drone, i caccia delle forze armate russe in servizio si sono alzati in volo''.

"La Russia non sta cercando lo scontro con gli Stati Uniti', dice Antonov. "La Federazione russa considera una provocazione l'incidente con il drone americano nei cieli sopra il Mar Nero", afferma. "La questione delle 'conseguenze" per Mosca dopo l'incidente del drone non è stata sollevata'', spiega il diplomatico, sottolineando la necessità che gli Stati Uniti e la Russia agiscano "con molta attenzione" dopo gli ultimi eventi.

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