Le testate nucleari all’interno dell’arsenale di Mosca sono poco meno di 6mila
Quante armi nucleari ha la Russia? Che tipo di arsenale ha a disposizione Mosca? Dove possono colpire? Quante armi vengono utilizzate nella guerra con l'Ucraina e quante sono operative? Alle domande risponde l'approfondimento a cura di Alessandro Ricci, dedicato all’arsenale nucleare russo, pubblicato nell’ultimo numero di “Iriad Review. Studi sulla pace e sui conflitti”.
Si stima che, all’inizio di febbraio 2022, le testate nucleari all’interno dell’arsenale russo ammontino a un totale di poco meno di 6mila unità. Di queste, il numero di quelle utilizzabili rappresenta più della metà del totale, ovvero circa 4.477 unità, di cui 1.588 sono quelle già schierate e operative, considerando sia le armi strategiche sia le non strategiche.
Delle testate operative, si legge nello studio, 812 sono quelle disposte in sistemi missilistici balistici di terra, 576 sono invece quelle destinate all’utilizzo di sistemi balistici montati sui sottomarini nucleari e ulteriori 200 quelle operabili dai bombardieri equipaggiati per l’utilizzo di armi atomiche. Delle restanti testate, 2.889 sono invece quelle non schierate e in deposito di cui la maggior parte (1.912) è rappresentata da testate non strategiche e da una consistente minoranza di testate strategiche (977).
Le rimanenti 1.500 testate circa sono invece quelle ritirate e in fase di smantellamento. In quanto non ancora dismesse totalmente, però, queste testate rimangono potenzialmente ancora reinseribili e riutilizzabili in poco tempo. Pertanto, è necessario considerare nel computo anche questo genere di testate come facente parte dell’arsenale russo disponibile.
Il numero di testate a disposizione e armabili da parte della Russia, comunque, è attualmente soggetto e regolamentato dal trattato sulla riduzione degli armamenti, il New Strategic Arms Reduction Treaty (“New Start”). Il Trattato vincola i due firmatari del Trattato, Stati Uniti e Russia, a mantenere il proprio arsenale nucleare almeno fino al 2026, entro alcuni limiti attraverso i quali è stato effettivamente possibile limitare la crescita degli arsenali nucleari tra Washington e Mosca e limitare l’efficacia dei sistemi d’arma già schierati.
I confini entro cui i due Stati sono vincolati a mantenersi sono: limite di 800 vettori per missili nucleari tra schierati e non schierati; limite di 1.550 testate schierate tra bombardieri e missili; limite di 700 vettori schierati contemporaneamente tra missili balistici intercontinentali (Icbm), missili balistici per sottomarini (Slbm) e bombardieri pesanti attrezzati per armamenti nucleari.
Nel corso degli ultimi trent’anni, la Russia ha portato avanti un continuo percorso di modernizzazione del proprio arsenale nucleare, che avrebbe dovuto condurre, secondo i piani, ad un aggiornamento nel 2020 del 70% dell’intero inventario militare. Prendendo in considerazione il solo arsenale missilistico, ufficiali russi hanno stimato che, sempre nel 2020, il passaggio da armi atomiche di epoca sovietica a sistemi più moderni era completato circa all’83%, emerge dallo studio.
Capitolo missili balistici intercontinentali: quelli armati e pronti per l’utilizzo sarebbero 306 e possono equipaggiare fino a un totale di 1.185 testate nucleari. Le basi a livello nazionale sono: Saratov-63, Bryansk-18, Komsomolsk-na-Amure-31, Trekhgorny-1, Lesnoy-4, Khabarovsk-47, Voronezh-45, Irkutsk-45, Belgorod-22, Vologda-20, Mozhaysk-10, Olenegorsk2. I missili intercontinentali in questo momento adoperati dalle forze armate russe, si legge nello studio, sono di diverso tipo e possono avere sia dei supporti mobili sia essere conservati all’interno di silos.
Su un totale di 49 sottomarini che compongono l’intera armata navale russa, quelli a propulsione nucleare, ovvero gli unici in grado di equipaggiare armi atomiche, sono attualmente 11 e di diversa tipologia. Altri 6 sottomarini sono in fase di costruzione e andranno ad ampliare la marina russa nei prossimi anni. In questo momento sono 3 le flotte alle quali sono assegnati sottomarini a propulsione nucleare. In base alla tipologia di appartenenza, i sottomarini possono essere equipaggiati con un numero variabile di vettori fino ad un massimo di 16 missili balistici per una potenza totale dell’intera marina di circa 800 testate.
Tuttavia, il numero massimo trasportabile contemporaneamente è stato ridotto per le limitazioni imposte dal New Start a un numero stimato tra 576 e 624.
La sezione aerea è formata principalmente da bombardieri Tu-160 e Tu-95MS. Si stima che l’intera flotta aerea russa sia costituita da circa 60-70 bombardieri in totale. Ogni bombardiere del primo tipo può trasportare fino a 12 vettori, mentre quelli del secondo tipo possono essere equipaggiati tra i 6 ai 16 missili. I bombardieri russi, avrebbero, dunque, una capacità di trasporto totale di circa 800 testate totali, anche se è stimato che quelle effettivamente assegnate alla componente aerea dell’intero arsenale russo non superino le 600 unità
Per quanto riguarda le armi non strategiche o tattiche, principalmente sistemi dual-use, ovvero armi in grado di essere equipaggiate sia con testate convenzionali sia con testate nucleari, queste sono affidate a tutte le sezioni delle Forze armate russe, in particolar modo a quelle difensive. Secondo le stime, sarebbero poco più di 1.900 le testate assegnate a questo tipo di forze.
Di queste, 387 sono quelle impiegate dal sistema difensivo del territorio, in particolar modo quello aereo, ma in misura minore anche quello costiero. 90 testate sono assegnate alle forze di terra, per equipaggiare missili balistici a corto raggio e missili da crociera lanciati da terra. Alle forze aeree sono poi assegnate 500 testate per l’utilizzo su bombardieri a medio raggio e cacciabombardieri dual-use. La quota più importante di armi non strategiche è assegnata però alla marina, comprendente anche l’aviazione navale, con circa 935 testate per strumenti di attacco a terra, missili da crociera antinave e antisottomarino. L’importanza della componente non strategica all’interno dell’arsenale russo non è da sottostimare.