La decisione della Camera di Consiglio
Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Europeo, espulsa dal Pasok, resterà in carcere ancora per almeno un mese. Lo ha deciso la Camera di Consiglio, informa il Parquet di Bruxelles dopo l'udienza di stamani.
"Nell'ambito di un'indagine su larga scala condotta dalla Procura federale e dalla Polizia federale relativa a presunti atti di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio di denaro - riporta una nota diffusa poco fa - una persona si è presentata questa mattina davanti alla camera di consiglio del Tribunale di primo grado di Bruxelles. Con ordinanza emessa questa mattina, la camera di consiglio ha prorogato di un mese la carcerazione preventiva di E.K.".
Fin dall'inizio, il Parquet non ha mai confermato ufficialmente i nomi degli arrestati, né la loro nazionalità. "Se, entro 24 ore, viene proposto ricorso, l'interessata comparirà entro quindici giorni dinanzi alla camera d'accusa presso la Corte d'appello di Bruxelles. Nell'interesse delle indagini, al momento non verranno fornite ulteriori informazioni. La stampa sarà informata di eventuali nuovi sviluppi tramite comunicato stampa", conclude il Parquet.
IL LEGALE - L'avvocato ateniese di Eva Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, ha detto all’emittente greca Mega Tv che non ha intenzione di presentare ricorso contro la decisione dei giudici di prolungare la detenzione della sua assistita di un mese. "Vogliamo che la signora Kaili sia giudicata con criteri legali e non con interventi politici", ha detto Dimitrakopoulos. L'avvocato, riporta il Cyprus Mail, ha aggiunto che Bruxelles è il cuore dell'Europa e che la decisione della corte aveva probabilmente lo scopo di dare l'esempio ad altri eurodeputati, indicando che la corruzione non sarà tollerata.