Quarto rinvio per la risoluzione Onu. Morto un altro ostaggio, corpo ancora nella Striscia. Colloquio Putin-Abbas. Raffica di razzi dal Libano, rivendica Hezbollah: Idf rispondono
Nuovo ordine di sgombero nella Striscia di Gaza. Le forze israeliane (Idf) - che, come scrive il Times of Israel, ampliano le operazioni di terra nell'enclave palestinese - chiedono a chi vive nel campo profughi di Bureij, nel centro di Gaza, di spostarsi e dirigersi verso i "rifugi" a Deir al-Balah.
Il tenente colonnello Avichay Adraee, portavoce per l'arabo delle Idf, ha pubblicato mappe con le zone da sgomberare e ha confermato che resta "zona di combattimento", nelle aree a nordest di Khan Yunis, la principale strada che collega il nord al sud di Gaza, la Salah ad-Din Road. Secondo gli annunci, le Idf 'faciliteranno' lo spostamento dei civili con una strada alternativa lungo la costa.
Comunicate anche "pause tattiche nelle attività militari" per "scopi umanitari" nella zona occidentale di Rafah (nel sud della Striscia), tra le 10 e le 14 ora locale.
Nuovo rinvio all'Onu, il quarto, del voto del Consiglio di sicurezza sulla risoluzione per Gaza. Nella seduta che si è svolta ieri a porte chiuse, alcuni Paesi hanno espresso insoddisfazione per il testo, che sarebbe troppo annacquato sul tema degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e gli ambasciatori hanno chiesto più tempo per consultarsi con i rispettivi governi.
Nella bozza, che è il risultato di intensi negoziati tra Stati Uniti, Emirati arabi ed Egitto, si chiede a Israele di permettere immediatamente un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli a Gaza e si chiede di creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle violenze, mentre non si parla più di sospensione immediata delle violenze.
Dopo la nuova riformulazione, gli Stati Uniti hanno fatto sapere che sosterranno il testo. "Non vi dirò come voterò, ma ci sarà una risoluzione, se la risoluzione presentata è qualcosa che possiamo sostenere", ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu, Linda Thomas Greenfield.
L'ultima bozza concordata, dalla quale sarebbe stato eliminato il riferimento alla proposta di creare un meccanismo di monitoraggio Onu sugli aiuti che entrano a Gaza, chiede "passi urgenti per permettere immediatamente l'accesso umanitario sicuro e senza ostacoli e la creazione di condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità". Ed esorta tutte le parti a "permettere e facilitare l'uso di tutte le strade verso e dentro l'intera Striscia di Gaza, inclusi i valichi al confine, per fornire l'assistenza umanitaria". Infine si rinnova la richiesta di "un rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi".
"Abbiamo lavorato duro nel corso della settimana con gli Emirati e altri, con l'Egitto, per mettere a punto una risoluzione che possiamo sostenere - ha commentato Greenfield - E adesso abbiamo una risoluzione, siamo pronti a votarla". Secondo l'ambasciatrice americana, la risoluzione permetterà di portare "assistenza umanitaria a quanti ne hanno bisogno".
In Israele il kibbutz di Nir Oz fa sapere che è morto il 73enne Gadi Haggai, residente in questa località teatro del terribile attacco del 7 ottobre. Lo riporta il Times of Israel precisando che le autorità non precisano come abbiano avuto l'informazione, ma confermano che il corpo di Haggai resta nelle mani dei "terroristi di Gaza". Secondo il Jerusalem Post, Haggai è stato ucciso nell'attacco del 7 ottobre e il suo corpo è nelle mani di Hamas.
In ostaggio anche la moglie Judith, che - si legge - si ritiene sia rimasta ferita negli attacchi. La coppia, scrive il Times of Israel, stava facendo una passeggiata la mattina del 7 ottobre e secondo il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, prima del sequestro, la donna è riuscita ad avvertire telefonicamente agli amici che erano entrambi rimasti feriti da colpi d'arma da fuoco, Gad in modo grave.
Colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas. Lo ha reso noto il Cremlino, come riporta l'agenzia russa Tass. Ne dà notizia anche l'agenzia palestinese Wafa. Al centro del colloquio, il conflitto tra Israele e Hamas, la situazione nella Striscia di Gaza e l'impegno per l'assistenza umanitaria agli abitanti dell'enclave palestinese. Putin ha anche rinnovato l'invito ad Abbas a recarsi in Russia.
"La Russia continuerà a fornire alla Striscia di Gaza beni essenziali, compresi medicinali e attrezzatura medica", riporta l'agenzia russa Tass con il resoconto del Cremlino sul colloquio. Durante il colloquio è stata inoltre sottolineata "l'importanza di una rapida fine dello spargimento di sangue e della ripresa del processo politico".
I jet delle forze israeliane (Idf) hanno effettuato una serie di operazioni contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano in risposta al lancio di razzi in direzione di Israele. Nel mirino, secondo quanto reso noto su X dalle Idf, sono finiti siti militari usati da combattenti di Hezbollah e altre infrastrutture del gruppo. Tutto dopo che, secondo il Times of Israel, una raffica di razzi, una ventina, sono stati lanciati dal territorio libanese in direzione della zona di Shomera, nel nord di Israele, un attacco rivendicato da Hezbollah. Altri razzi sono stati sparati contro altre aree lungo la linea di confine tra i due Paesi. I militari israeliani hanno confermato di aver colpito con l'artiglieria i siti di lancio.
Benjamin Netanyahu sperava in un pressing Usa su Abdel Fattah al-Sisi affinché l'Egitto accogliesse palestinesi di Gaza sfollati a causa del conflitto nella Striscia. Il premier israeliano - ha scritto il Washington Post - chiese a Joe Biden pressioni sul Cairo per accogliere sul suo territorio parte della popolazione dell'enclave palestinese per la durata delle ostilità. Un'opzione non presa in considerazione dall'Egitto.
Negli attacchi israeliani delle ultime 48 ore a Gaza sarebbero stati uccisi 390 palestinesi e 734 sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia guidato da Hamas, che porta così a 20.057 il numero delle vittime dal 7 ottobre e a 53.320 quello dei feriti.
Altri due soldati israeliani sono intanto rimasti uccisi nei combattimenti a Gaza, portando a 139 il totale dei militari morti dall'inizio dell'operazione di terra nella Striscia a fine ottobre. Altri tre soldati sono rimasti feriti.
Oltre 20 Paesi hanno aderito alla coalizione a guida Usa per la sicurezza della navigazione del Mar Rosso contro gli attacchi degli Houthi. Lo ha reso noto il Pentagono, attraverso il portavoce Pat Ryder, secondo cui le navi coinvolte "pattuglieranno il Mar Rosso ed il Golfo di Aden per rispondere e assistere, ove necessario, le navi commerciali che transitano in quest'area di mare vitale" per gli scambi. Tra i 20 Paesi che hanno aderito all'operazione "Prosperity Guardian" c'è anche l'Italia, che ha messo a disposizione una fregata.