Idf: "Localizzati lanciarazzi, tunnel, depositi di armi". Secondo l'agenzia di stampa Wafa, nuovo raid israeliano sul campo profughi di Bureij: sarebbero almeno 12 le vittime. Negoziatore israeliano: "Posizione Hamas delirante su colloqui"
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato per la prima volta che stanno conducendo ''un'operazione mirata'' contro i miliziani di Hamas nel centro di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ''basata su informazioni di intelligence''. Le truppe che operano nel centro di Rafah hanno localizzato lanciarazzi, tunnel e depositi di armi usate da Hamas, hanno affermato i militari.
Sarebbero intanto almeno dodici le persone che hanno perso la vita in seguito al raid aereo condotto nella notte dalle forze israeliane contro il campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Lo rende noto l'agenzia di stampa Wafa spiegando che tra le vittime si contano anche due bambini e tre donne.
Due soldati dell'esercito israeliano hanno quindi perso la vita negli scontri di ieri nella Striscia, portando a 294 il numero totale dei militari delle Idf uccisi dall'inizio dell'offensiva. Lo rendono noto le Forze di difesa israeliane (Idf). Le vittime sono il maggior generale Adar Gavriel di 24 anni e il sergente Yonatan Elias di 20.
Intanto ieri è arrivato il 'no' di Hamas alla nuova proposta israeliana su tregua e ostaggi. Una posizione, quella di Hamas rispetto ai negoziati, definita "delirante" al sito di Ynet da un anonimo negoziatore israeliano, che ha ribadito come l'operazione militare nella Striscia di Gaza continuerà fino alla liberazione di tutti gli ostaggi.
''Israele sta combattendo a Gaza e continuerà a combattere a Gaza con tutte le sue forze'', ha dichiarato il funzionario israeliano affermando che se Hamas ''vuole una tregua per il bene degli abitanti di Gaza dovrà farlo solo negoziando il rilascio degli ostaggi''. Mentre Israele è determinato a raggiungere un accordo, è ''chiaro a tutti'' che il leader di Hamas a Gaza Yahya ''Sinwar sta cercando di forzare un cessate il fuoco, e ciò non accadrà''.
Ieri una fonte di Hamas ha riferito che "il movimento ha informato i mediatori che non intende accogliere" la nuova proposta per un accordo consegnata al Cairo nei giorni scorsi da Israele, riportava l’emittente saudita all-news Al-Sharq secondo cui la fonte ha affermato: “Ci rifiutiamo di riprendere i negoziati prima della fine delle operazioni militari”, accusando il premier Benjamin Netanyahu di "usare i negoziati come copertura per continuare i massacri a Gaza".
"Abbiamo informato i mediatori della nostra posizione. Saremo pronti a raggiungere un accordo che includa uno scambio di tutti i prigionieri solo se l'occupazione fermerà la sua aggressione" contro Gaza, ha poi confermato Hamas in un comunicato dopo le anticipazioni.
"Hamas e le altre fazioni palestinesi - afferma il gruppo terrorista - non accetteranno mai di prendere parte ai negoziati alla luce dell'aggressione, delle uccisioni, della fame e dello sterminio imposti al nostro popolo".
L'operazione israeliana di 20 giorni a Jabalia avrebbe intanto distrutto gran parte della città, comprese più di 1.000 case. Lo ha detto ad al Jazeera il portavoce della protezione civile di Gaza Mahmoud Basal, aggiungendo che i residenti che tornano nella città dopo il ritiro dell'Idf trovano interi quartieri ridotti in macerie.