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Ucraina distrugge ultimo ponte a Kursk, Russia avanza nel Donetsk e cattura Artyomov

Cremlino: "Dopo Kursk non siamo pronti per colloqui di pace"

(Afp)
(Afp)
19 agosto 2024 | 11.46
LETTURA: 4 minuti

L'Ucraina avanza nella regione russa di Kursk e la Russia nel Donetsk. Le forze armate dell'Ucraina hanno distrutto il terzo e ultimo ponte sul fiume Seym vicino al villaggio di Karyzh nel Kursk, nel distretto di Glushkovsky. La notizia è stata confermata sia da Kiev, sia da Mosca. In questo modo non resta alcun ponte utilizzabile per il rifornimento delle forze russe dispiegate nella zona. Il 16 agosto le truppe ucraine avevano distrutto un ponte vicino al villaggio di Glushkovo e il giorno dopo a Zvannoye.

Sono oltre 121mila le persone evacuate dalla regione russa di Kursk, ha fatto sapere il ministero russo per la gestione delle Emergenze spiegando che le persone sono state evacuate da nove distretti della regione al confine tra Russia e Ucraina.

Cremlino: "Dopo Kursk non siamo pronti per colloqui di pace"

La Russia "non è pronta" per colloqui di pace dopo l'incursione delle forze ucraine nel Kursk, ha detto il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov. Mosca tuttavia, ha aggiunto in un video, non ritira la sua precedente proposta di pace.

Forze russe avanzano nel Donetsk e catturano Artyomov

Intanto le forze russe hanno catturato la città di Zalisne (Artyomov in russo) nella regione ucraina di Donetsk. Lo ha reso noto il ministero della Difesa a Mosca. "Unità del gruppo centro delle forze russe hanno liberato Artyomov, uno dei principali insediamenti nel distretto di Dzerzhinsk, nella repubblica di Donetsk", ha scritto il ministero. La città è a meno di 70 chilometri da Pokrovsk, snodo strategico verso cui è diretta l'offensiva delle forze russe. I combattimenti proseguono intensi.

Una o due settimane al massimo per lasciare Pokrovsk, nel Donetsk, sono i tempi indicati da Serhii Dobriak, responsabile dell'amministrazione militare della città in dichiarazioni a Radio Free Europe/Radio Liberty rilanciate da Ukrinform, mentre l'offensiva delle forze russe si dirige verso quest'area considerata strategica. Secondo Dobriak, ogni giorno circa 500-600 persone lasciano la zona. Dobriak ha parlato di "4.788 bambini rimasti nella comunità" e ha detto di ritenere che "in settimana arriveremo a trasferimenti obbligati dei bambini".

Almeno quattro persone, tutti civili, sono morte in attacchi delle forze russe nel Donetsk. Lo denunciano le autorità ucraine, come riporta Ukrinform. Fra le vittime, tre persone sono morte a Zarichne, dove è stata colpita una zona abitata, e una donna è rimasta uccisa nel cortile di casa quando un bombardamento dell'artiglieria ha preso di mira l'area di Toretsk.

Zelensky: "Russia ricatta il mondo con minaccia catastrofe a Zaporizhzhia"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di "ricattare il mondo con la minaccia di una catastrofe nella centrale nucleare di Zaporizhzhia". "Da oltre due anni, gli occupanti russi controllano la più grande centrale nucleare in Europa - scrive in un post su X - La presenza russa costituisce una minaccia fondamentale per la sicurezza rispetto alle radiazioni del nostro Paese, di tutta l'Europa e del mondo".

"La Russia - afferma Zelensky - sta usando il territorio dell'impianto come base per lanciare attacchi contro Nikopol e altre località limitrofe e sta ammassando equipaggiamento militare e munizioni sul territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Solo il ritorno della centrale sotto controllo ucraino garantirà il pieno rispetto di tutti gli standard di sicurezza e la normalizzazione della situazione" nell'area.

"Per decenni - rimarca - l'Ucraina ha mantenuto i livelli più alti di sicurezza nei suoi siti e continuerà a farlo. Tuttavia questo richiede la fine della presenza criminale russa nella centrale di Zaporizhzhia".

Lukashenko: "Non proteggerò frontiere da migranti diretti in Ue"

Intanto la Bielorussia fa sapere che non intende bloccare i migranti che arrivano dalle regioni di crisi del mondo diretti verso i Paesi europei. Lo ha affermato il presidente Aleksandr Lukashenko che ieri aveva reso noto il dispiegamento di 120mila militari alla frontiera con l'Ucraina in vista di una possibile guerra e anche anticipato una sua uscita di scena. "Mi metti il naso in casa in forma di sanzioni e poi mi chiedi che io protegga l'Unione europea da questo flusso di migranti? Non accadrà. L'obiettivo è quello di dimostrare a tutta l'Europa che i confini esterni dell'Unione europea non sono controllati per ragioni politiche", ha detto Lukashenko.

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