Analisti libici puntano il dito contro l'incompetenza e i ritardi che avrebbero amplificato i numeri della tragedia causata dal passaggio della tempesta Daniel
"Un disastro colpa dell'uomo". Mentre il bilancio delle vittime dell'apocalisse a Derna continua a salire - con alcune fonti che arrivano a prevedere fino a 20mila morti - analisti libici puntano il dito contro l'incompetenza e i ritardi che avrebbero amplificato i numeri della tragedia causata dal passaggio della tempesta Daniel sulla Libia nordorientale. Diversamente che dal Marocco, devastato venerdì scorso da un potente terremoto, "questo disastro - ha denunciato Anas el Gomati, direttore del Sadeq Institute, think tank di Tripoli - è stato scritto dall'uomo, che ha le mani sporche di sangue".
"La Libia, anche quando ci si avvicina dalle sue città più avanzate come Tripoli o Bengasi, non è attrezzata" dinanzi ai disastri naturali, ha dichiarato Jalel Harchaoui, ricercatore associato specializzato in Libia presso il Royal United Services Institute (Rusi) di Londra, aggiungendo che la situazione è aggravata dal fatto che le inondazioni hanno colpito la "municipalità più trascurata" (Derna) della Cirenaica. Anche dopo che il generale Khalifa Haftar ha ripreso nel 2018 il controllo della città, per quattro anni roccaforte dell'Isis, i piani per la ricostruzione non hanno mai avuto seguito e le infrastrutture sono rimaste in rovina.
Secondo Gomati, tra l'altro, i problemi vanno oltre le divisioni politiche tra est e ovest, con un governo a Bengasi e uno a Tripoli, e puntano alla totale impreparazione della Cirenaica. Senza contare, raccontano alcune fonti libiche all'Adnkronos, che l'evento sarebbe stato sottovalutato al punto che Haftar avrebbe bloccato l'evacuazione di Derna.
Il giorno prima che arrivasse la tempesta Daniel, l'ufficio del capo del governo dell'est, Osama Hamad, ha emesso un'allerta rivolta ai cittadini di Derna e delle città vicine, cosa che aveva fatto tre giorni prima, il 9 settembre, anche il ministero dell'Interno del governo di unità nazionale di Abdul Hamid Dbeibah. Ma secondo Osama Aly, portavoce del servizio d'emergenza in Libia, non sarebbe stata sufficiente e ci sarebbe stata negligenza delle autorità nella preparazione della risposta. "Le condizioni meteo non sono state valutate bene - ha detto Aly alla Cnn - Le famiglie che si trovavano lungo il percorso della tempesta non sono state evacuate".
Il passato violento di Derna e il difficile rapporto con l'amministrazione di Haftar hanno peggiorato il disastro, ha detto Harchaoui, secondo cui le autorità hanno commesso "gravi errori di calcolo" nel rispondere alla crisi. Errori che il portavoce dell'Esercito nazionale libico (Lna), il generale Ahmed al-Mismari, ha negato: sin da quando si è avuta notizia dell'arrivo della tempesta, "siamo stati pronti a limitare il più possibile le perdite". Tra l'altro, gli stessi uomini dell'Lna, dispersi e morti a decine, sono rimasti vittime delle inondazioni, denuncia al Mismari, che parla di una risposta minima da parte di Tripoli.
Ma gli analisti e i soccorritori dell'est rilanciano le accuse al governo. Quanto successo è il risultato dell'"incompetenza di questi individui, di queste élite politiche, responsabili di essersi aggrappati al potere invece di dare ai libici il diritto di voto negli ultimi dieci anni", ha accusato Gomati.