Tra l'elaborazione dell'enorme mole di dati forniti dai satelliti e la creazione di un 'gemello virtuale' della Terra dove fare le prove dei nostri interventi sull'ecosistema, l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando il contrasto ai cambiamenti climatici
Benessere della Terra, Spazio e intelligenza artificiale. Un legame non troppo immediato che tuttavia non solo esiste ma anzi ci regala una seconda possibilità: quella di intervenire in maniera più consapevole e più precisa per tutelare la nostra ‘casa’ comune.
È Sabrina Ricci, Artificial Intelligence ecosystem manager ESA Φ-lab, a spiegare il ruolo e l’impatto che l’AI sta avendo sull’osservazione della Terra dallo Spazio e come questo possa contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Un impatto che la scienziata, nel suo intervento tenuto nella cornice dell’AI* Festival a Milano, non ha esitato a definire ‘rivoluzionario’.
Probabilmente non ci pensiamo mai o addirittura non ne siamo consapevoli, ma molte delle nostre attività ‘terrestri’ passano per l’osservazione del pianeta dallo Spazio: banalmente, le previsioni del tempo o i navigatori che hanno mandato in pensione le vecchie mappe stradali. Ma non solo. L’osservazione dallo Spazio è fondamentale anche per quanto riguarda le questioni ambientali.
Il pianeta, sottolinea Ricci, “lo possiamo guardare solo dall’alto, grazie ai satelliti che abbiamo in orbita”, e dunque grazie alle ‘Sentinelle’ del programma Copernicus - il programma europeo di osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con la Commissione europea. Atmosfera, Oceano, Territorio: i satelliti acquisiscono dati su ogni aspetto, dalla qualità dell’aria ai livelli di ozono e alle radiazioni UV, fino alla misurazione delle altezze sopra il livello del mare.
“Lo spazio è il luogo dal quale guardiamo la Terra e per intervenire sulle problematiche gravi e urgenti è necessario che questo sguardo sia sempre più preciso. Attraverso i dati satellitari troviamo il modo di analizzare ogni elemento del pianeta Terra per comprendere dove c’è il problema, dove è necessario intervenire. E se questo sguardo è migliorato con l’utilizzo dell’AI, allora anche gli interventi potranno essere migliori”, sottolinea la scienziata.
Tutto quindi inizia con il monitoraggio, che consente di raccogliere quello che oggi è sempre più essenziale: dati, da trasformare in informazioni.
Partiamo dunque dai dati satellitari: riceviamo oltre 300 terabyte di materiale ogni giorno, spiega Ricci, su ogni parametro vitale della Terra. Dati che, però, devono essere elaborati e analizzati. Altrimenti, non servono a nulla.
La Terra, continua la manager ESA, “è come un paziente a cui vadano fatti continui check up”, e oggi possiamo farli grazie a questa enorme mole di dati satellitari che l’AI può processare per restituirci pattern e informazioni utili, in modo corretto e veloce.
Nel concreto, innanzitutto l’AI permette di gestire e dare senso a tutti i dati di cui disponiamo, di creare modelli e di testare simulazioni. Ma anche di elaborare più efficacemente le immagini, dalle quale poi si possono creare mappe, individuare caratteristiche ed anomalie ed estrapolare informazioni statistiche.
Inoltre, i dati acquisiti devono essere organizzati in serie, indicizzati e resi comparabili in modo da individuare le tendenze e monitorare i cambiamenti.
Sotto tutti questi aspetti l’AI, evidenzia Ricci, ci fa “arrivare prima dove dobbiamo arrivare e in modo più preciso e migliore, innovando la modalità di osservare la Terra e intervenire”.
Una delle applicazioni più sorprendenti consentite dall’intelligenza artificiale è la creazione del Digital Twin, un gemello virtuale della Terra, a cui l’ESA sta lavorando. È proprio il Digital Twin a offrirci una seconda possibilità, perché ci permette di simulare sia modelli predittivi sia l’interazione tra uomo e natura. Soprattutto, ci regala l'opportunità di sbagliare e adottare misure correttive in tempo, prima che sia troppo tardi. “Possiamo cercare di prevedere o evitare diverse problematiche invece di farle ‘one shot’”, spiega Ricci.
Ma tutto ciò come impatta sul cittadino comune? Intanto, evidenzia Ricci all’Adnkronos, perché tutti noi viviamo sulla Terra quindi ogni miglioramento nella sua tutela ha ripercussioni pratiche.
Inoltre, tutta la nostra esistenza viene analizzata dal cielo: gestione delle aree urbane, sviluppo sostenibile e protezione della natura, agricoltura, Blue Economy, salute, infrastrutture, mobilità, turismo, sicurezza, emergenze – climatiche o umanitarie, nulla sfugge. Le informazioni raccolte sono fondamentali per aiutare istituzioni e decisori pubblici a sviluppare politiche e normative, sia di prevenzione ambientale che di gestione delle catastrofi. In ogni caso, provvedimenti che trovano applicazione nel quotidiano.
Infine, conclude Ricci, l’osservazione della Terra dallo Spazio ha ricadute anche sulle aziende che vogliano contribuire al cambiamento: "L’accesso ai dati è libero e gratuito" e dunque “i dati possono servire per pensare e progettare soluzioni e prodotti innovativi, sempre nell’ottica di tutelare il pianeta”.
E se l’innovazione avanza, grazie all’Intelligenza Artificiale, all’'Intelligenza Umana’ non resta che farne tesoro.