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Clima, Crisafi (Remind): "Da eventi estremi impatto forte su immobiliare, serve approccio integrato"

Paolo Crisafi, presidente Remind
Paolo Crisafi, presidente Remind
08 luglio 2024 | 17.56
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Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più rilevanti del nostro tempo, influenzando vari settori dell'economia globale, tra cui il settore immobiliare allargato, che risulta essere tra quelli più vulnerabili agli effetti negativi dei fenomeni climatici estremi. Solo nell’ultimo anno, in Italia si è registrato un significativo aumento di eventi meteorologici estremi, tra cui alluvioni ed esondazioni fluviali, che sono cresciute del 170% rispetto al 2022. Anche le temperature record nelle aree urbane sono aumentate del 150% rispetto all'anno precedente.

A illustrare i principali effetti del cambiamento climatico nel comparto immobiliare allargato Paolo Crisafi Presidente di Remind, l'associazione Portavoce dell’Immobiliare allargato agli altri settori produttivi della Nazione, che ha recentemente presentato, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, il Libro Bianco per l’elaborazione di un “Piano Nazionale Sicurezza, Sostenibilità, Innovazione e Investimenti” (PNSSII) dove sono state illustrate le linee guida per affrontare sfide importanti, legate soprattutto alla transizione green, all’interno del complesso processo di trasformazione degli stili di vita dei cittadini. Crisafi ritiene indispensabile un impegno congiunto tra istituzioni, enti locali, aziende e per sviluppare strategie sostenibili, implementare politiche efficaci e promuovere l'innovazione tecnologica necessaria per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e adattarsi a essi.

“Sicuramente eventi climatici estremi stanno esercitando un impatto sempre più significativo sul settore immobiliare, influenzando sia il valore delle proprietà sia le strategie di sviluppo urbano - spiega - Gli effetti sono molteplici e complessi, coinvolgendo rischi alle persone e al patrimonio, implicazioni economiche, e la necessità di miglioramenti normativi, tecnologici e comportamentali. Tuttavia adottare politiche di sostenibilità richiede un approccio pragmatico e non ideologico, basato su dati concreti e analisi approfondite piuttosto che su principi astratti, tenendo conto delle peculiarità dell’Italia. Ma cosa significa veramente essere sostenibili? E come possiamo garantire che i nostri sforzi per raggiungere la sostenibilità non vadano oltre i limiti della sostenibilità stessa? La sostenibilità, nella sua essenza, implica soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri. Questo concetto si declina in tre dimensioni: ecologica, economica e sociale. Tuttavia, la crescente pressione a mostrare impegno verso la sostenibilità ha portato a pratiche che, paradossalmente, rischiano di essere insostenibili”.

“La sostenibilità entro i limiti della sostenibilità – prosegue Crisafi – presuppone un equilibrio delicato tra aspirazioni e realtà che sappia mantenere allineati aspetti economici, sociali e culturali. È un cammino complesso che richiede impegno, innovazione e cooperazione a tutti i livelli della società. Solo attraverso un approccio integrale e consapevole possiamo garantire che i nostri sforzi per un futuro sostenibile non compromettano la stessa sostenibilità che cerchiamo di raggiungere”.

Tra gli interventi presenti nel Libro Bianco Remind, c'è anche quello di Riccardo Valentini Premio Nobel per le Ricerche sul Clima – IPCC che ha fornito un quadro sulla situazione attuale del cambiamento climatico. “Oggi ci troviamo in una situazione molto critica – ha fatto presente Valentini – perché i dati che noi utilizziamo, una grande vastità di informazioni raccolte da migliaia e migliaia di ricercatori in tutto il mondo, ci permette di dire con certezza che abbiamo un problema. Il sesto rapporto IPCC ci conferma che i cambiamenti climatici sono ormai evidenti in ogni angolo della Terra. La temperatura globale nel 2023 è stata di circa 1.34 °C superiore a quella nel periodo pre-industriale (1850-1900). Nel Mediterraneo abbiamo già superato un grado e mezzo di riscaldamento, con conseguenze molto più accelerate rispetto a quello si pensava 20-30 anni fa. Il tema più importante oggi è quindi di accelerare e rendere più decisiva la mitigazione delle emissioni e di raggiungere la carbon neutrality prima possibile, perché ormai la sfida è quella di stabilizzare il clima a 1.5 gradi oltre il 2030 fino a fine secolo. La stabilizzazione del clima è una condizione indifferibile al fine di avere più tempo per sviluppare l’immobiliare, le infrastrutture e le mobilità necessarie per il nostro adattamento”.

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