La cerimonia finale è tornata al Gran Teatro della Fenice di Venezia dopo due anni di Covid
Bernardo Zannoni con "I miei stupidi intenti" (Sellerio) è il vincitore del Premio Campiello, giunto alla 60esima edizione. La proclamazione è avvenuta questa sera al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Per il giovane scrittore di Sarzana (La Spezia), 27 anni, è stato un trionfo, surclassando con grande scarto gli altri finalisti: ha ottenuto 101 voti su 275 votanti (25 membri della Giuria dei Lettori - 300 in totale - non hanno espresso preferenze).
Zannoni ha ricevuto la 'vera da pazzo', simbolo del prestigioso riconoscimento letterario promosso da Confindustria Veneto. "Ero talmente convinto che non avrei vinto, che non avevo nemmeno preparato il discorso", sono state le prime parole dette con commozione da Zannoni. "Vengo quasi da nulla e ringrazio chi ha creduto in me. E' la mia prima opera pubblicata ed ho già fatto un casino".
"La mia vita è cambiata al 100%, sono molto contento - ha aggiunto Zannoni - Ho cominciato a 21 anni a scrivere questo romanzo, dopo varie esperienze di composizione - canzoni, poesie, sceneggiature - ho avuto il coraggio di ritornare alla prosa, più faticosa e complicata. L'Italia può essere un Paese per giovani che hanno voglia di leggere, formarsi e imparare. Studio ed educazione sono fondamentali". A consegnare il premio il presidente della Giuria dei Letterati, Walter Veltroni: "Sono onorato di premiare un giovane di 27 anni in un paese che spesso non è un paese per giovani".
Al secondo posto si è classificato Antonio Pascale con "La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini" (Einaudi) con 54 voti; al terzo Elena Stancanelli con "Il tuffatore" (La nave di Teseo) con 46 voti; al quarto Fabio Bacà con "Nova" (Adelphi) con 43 voti; al quinto Daniels Ranieri con "Stradario aggiornato di tutti i miei baci" (Ponte alle Grazie) con 31 voti.
Durante la cerimonia sono stati premiati anche i vincitori degli altri riconoscimenti previsti dalla Fondazione Il Campiello: il vincitore del Campiello Giovani, Alberto Bartolo Varsalona, 21 anni di Palermo; dell'Opera Prima, assegnata a Francesca Valente per "Altro nulla da segnalare" (Einaudi); del Premio Fondazione Il Campiello, il riconoscimento alla carriera attribuito quest'anno a Corrado Stajano; Antonella Sbuelz, vincitrice della prima edizione del Campiello Junior.
Il Premio Campiello ha voluto festeggiare i 60 anni con "Il Campiello dei Campielli". La Giuria dei Letterati ha deciso di indicare un’opera, tra quelle premiate nel corso degli anni, che racconti e rappresenti la storia del Premio Campiello. È stato scelto il romanzo "La tregua" di Primo Levi - il vincitore della prima edizione del Premio Campiello nel 1963 -, "per l'importante testimonianza civile e per la straordinaria qualità letteraria dei suoi testi".
"Noi abbiamo voluto riconoscere in Primo Levi che ha vinto due volte il Campiello, la prima volta con 'La tregua' e poi nel 1982 con 'Se non ora quando', abbiamo voluto riconoscere il valore della testimonianza civile e anche il valore letterario della sua opera. In qualche modo Levi ci è sembrato rappresentativo della storia di questi 60 anni e quindi premiando lui, abbiamo voluto premiare il Premio e coloro che lo hanno vinto", ha detto Veltroni. "I premi letterari e la letteratura sono la saga della liberà. La libertà è il segno che caratterizza il Premio Campiello". La figura di Primo Levi è stata ricordata questa sera con un videomessaggio della senatrice a vita Liliana Segre: "Primo Levi ha avuto la capacità di mettere in prosa l'indicibile, la tragedia della Shoh. La tregua per i sopravvissuti era assolutamente necessaria".
La sessantesima edizione del Campiello è stata festeggiata anche con il ritorno nella storica sede del Gran Teatro La Fenice di Venezia, lasciata a causa del Covid per due anni, spostandosi prima nel 2020 in Piazza San Marco e poi nel 2021 all'Arsenale di Venezia.
Condotta da Francesca Fialdini, volto noto di Rai1, alla cerimonia hanno assistito un parterre di circa 1.000 invitati tra ospiti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, della cultura e delle case editrici. Tra gli ospiti il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto.
Nel corso della serata due ospiti d'eccezione: il musicista (Lo Stato Sociale) e attore (Premio Biraghi 2021) Lodo Guenzi, che contribuirà allo spettacolo con interventi e letture, il violinista e compositore Rodrigo D’Erasmo ha allietato la serata con dei brani musicali che hanno ripercorso i 60 anni di storia del Premio e il cantante Diodato che ha interpretato alcuni grandi brani della canzone italiana.
(dall'inviato Paolo Martini)