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Variante indiana in Italia, Crisanti: "Potrebbe sfuggire a vaccino"

"Individuati due casi, ma significa che ce ne sono molti di più"

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27 aprile 2021 | 09.56
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La variante indiana del covid "ha un alto indice di contagiosità" e potrebbe "in qualche modo sfuggire al vaccino". Sono le parole del professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, a Sky TG24 durante Buongiorno. Dal 26 aprile in Italia è stata ripristinata la zona gialla con nuove regole per spostamenti, bar, ristoranti e scuola. Le riaperture per Crisanti sono "intempestive": "Bisognava aspettare ancora un po’ per far diminuire la pressione sul sistema sanitario, manca un’infrastruttura per controllare le varianti. Non penso sia un approccio corretto, è un compromesso".

Nel mondo l'epidemia non si ferma. Spiccano le drammatiche situazioni di Brasile e India, che rappresentano "il risultato combinato di aperture insensate e dello sviluppo di varianti". Riflettori puntati sulla variante indiana, individuata anche in Veneto con 2 casi: "La variante indiana genera cluster molto ampi quindi probabilmente ha un alto indice di contagiosità. In India ha completamente soppiantato la variante inglese", spiega Crisanti, evidenziando che "ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti. Si ritiene che effettivamente possa in qualche modo sfuggire al vaccino".

L'Italia ha bloccato gli arrivi dall'India con un provvedimento "corretto". Ma, aggiunge Crisanti, "bisogna creare una quarantena vigilata per persone che vengono da questi luoghi. In questo momento non sappiamo qual è il catalogo delle varianti presenti in Italia, va cambiata la strategia. La nostra capacità di monitorare varianti è bassissima, il fatto che siano stati individuati due casi è un campanello d'allarme: probabilmente significa che ce ne sono molti di più".

"In questo momento non sappiamo qual è il repertorio delle varianti" di Sars-CoV-2 "in Italia. Facciamo un test parziale, una volta ogni 15-20 giorni, su un campione molto limitato e su pezzi del virus estremamente limitati. Va cambiata la strategia. Se facessimo decine di migliaia di sequenze e trovassimo due casi potremmo dire che sono casi isolati - precisa - Se ne analizziamo poche centinaia e ne troviamo due, cambia completamente".

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