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Ucraina-Russia, allo studio viaggio del Papa a Kiev

Il Pontefice in visita a Malta: "Rischio di una guerra fredda allargata". Prima del viaggio l'incontro con i rifugiati ucraini a Roma

Afp
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02 aprile 2022 | 10.56
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E’ allo studio un viaggio del Papa a Kiev, in Ucraina. Lo ha detto lo stesso Papa Francesco ai giornalisti in volo verso Malta, come riferisce Tv 2000. Bergoglio, claudicante a causa del dolore al ginocchio, è salito e sceso dall’aereo che lo ha portato a Malta con un elevatore apposito. E’ la prima volta che succede con Francesco. Ai giornalisti in volo che hanno chiesto al Papa sul suo dolore al ginocchio che lo ha costretto prudentemente ad utilizzare un elevatore per salire e scendere dall’aereo che lo portava a Malta, Bergoglio ha risposto che il suo dolore per la guerra in Ucraina è così grande che "in certi giorni il dolore al ginocchio non lo sento proprio".

"C'E' IL RISCHIO DI UNA GUERRA FREDDA ALLARGATA"

"Proprio dall’est dell’Europa, dall’Oriente dove sorge prima la luce, sono giunte le tenebre della guerra". Il Papa, nel suo primo discorso a Malta alle autorità civili, parla della guerra in Ucraina. E dà voce a tutto il suo dolore e alla preoccupazione, mettendo in guardia sul rischio di una "guerra fredda allargata".

"Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti - dice il Pontefice-. E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, - osserva Francesco- la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace".

"Malta, che brilla di luce nel cuore del Mediterraneo, può ispirarci, perché è urgente - ammonisce il Papa- ridare bellezza al volto dell’uomo, sfigurato dalla guerra. Una bella statua mediterranea risalente a secoli prima di Cristo raffigura la pace, Irene, come una donna che ha in braccio Pluto, la ricchezza. Ricorda che la pace genera benessere e la guerra solo povertà".

"Di compassione e di cura abbiamo bisogno, non di visioni ideologiche e di populismi, - ammonisce ancora Francesco- che si nutrono di parole d’odio e non hanno a cuore la vita concreta del popolo, della gente comune". Bergoglio ricorda che "più di sessant’anni fa, a un mondo minacciato dalla distruzione, dove a dettare legge erano le contrapposizioni ideologiche e la ferrea logica degli schieramenti, dal bacino mediterraneo si levò una voce controcorrente, che all’esaltazione della propria parte oppose un sussulto profetico in nome della fraternità universale. Era quella di Giorgio La Pira, che disse: ‘La congiuntura storica che viviamo, lo scontro di interessi e di ideologie che scuotono l’umanità in preda a un incredibile infantilismo, restituiscono al Mediterraneo una responsabilità capitale: definire di nuovo le norme di una Misura dove l’uomo lasciato al delirio e alla smisuratezza possa riconoscersi’. Sono parole attuali: quanto ci serve una "misura umana" davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una ‘guerra fredda allargata’ che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni!".

" Quell’’infantilismo’ purtroppo, - denuncia il Papa- non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra, che anche stavolta è stato alimentato negli anni. Sì, la guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi. Ed è triste vedere come l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, si sia negli ultimi decenni affievolito, così come il cammino della comunità internazionale, con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza. E così non solo la pace, ma tante grandi questioni, come la lotta alla fame e alle disuguaglianze sono state di fatto derubricate dalle principali agende politiche. Ma la soluzione alle crisi di ciascuno è prendersi cura di quelle di tutti, perché i problemi globali richiedono soluzioni globali. Aiutiamoci ad ascoltare la sete di pace della gente, lavoriamo per porre le basi di un dialogo sempre più allargato, ritorniamo a riunirci in conferenze internazionali per la pace, dove sia centrale il tema del disarmo, con lo sguardo rivolto alle generazioni che verranno!".

"E gli ingenti fondi che continuano a essere destinati agli armamenti siano convertiti allo sviluppo, alla salute e alla nutrizione", esorta guardando anche al vicino Medio Oriente, "che si riflette nella lingua di questo Paese, la quale si armonizza con altre, quasi a ricordare la capacità dei maltesi di generare benefiche convivenze, in una sorta di convivialità delle differenze. Di questo ha bisogno il Medio Oriente: il Libano, la Siria, lo Yemen e altri contesti dilaniati da problemi e violenza. Malta, cuore del Mediterraneo, continui a far pulsare il battito della speranza, la cura per la vita, l’accoglienza dell’altro, l’anelito di pace, con l’aiuto di Dio, il cui nome è pace".

DALL'INCONTRO CON I RIFUGIATI UCRAINI A MALTA, LA GIORNATA DEL PAPA

Il Papa, prima di lasciare Casa Santa Marta per partire alla volta di Malta, ha incontrato alcune famiglie di rifugiati provenienti dall’Ucraina ospitate dalla Comunità di Sant’Egidio, accompagnate dall’Elemosiniere.

"Una delle famiglie - spiega il Vaticano- era composta da una mamma di 37 anni con due bambine, di 5 e 7 anni, arrivate in Italia da Leopoli circa 20 giorni fa. La bambina più piccola ha subito un intervento cardiologico ed è sotto controllo medico a Roma. Presenti all’incontro anche due mamme di Ternopil, cognate, con i 4 figli, tra i 10 e i 17 anni, ospitati in un appartamento offerto da una signora italiana, arrivati anche loro a Roma poco più di 20 giorni fa. I minori delle due famiglie frequentano la scuola a Roma. L’ultima famiglia presente è arrivata a Roma da tre giorni, passando per la Polonia ed è composta da 6 persone giunte da Kiev: madre e padre, con tre figli, di 16, 10 e 8 anni, e la nonna di 75 anni. Anche loro vivono in una casa offerta da una signora italiana per l'accoglienza ai profughi".

Quindi il Papa si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino da dove - alle ore 8.39 – è partito alla volta di Malta a bordo di un A320/ ITA Airways. L’arrivo all’Aeroporto Internazionale di Malta alle 10.

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