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Roma, tensione tra residenti e migranti: accoltellato eritreo

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30 agosto 2017 | 11.25
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C'è anche un ferito nella rivolta scoppiata nella notte al Tiburtino III tra residenti e migranti, ospitati nel centro di accoglienza di via del Frantoio. Si tratta di un 40enne eritreo, accoltellato alla schiena durante la rissa tra una cinquantina di persone, sedata solo dall'arrivo delle forze dell'ordine. L'uomo è stato ricoverato all'ospedale Sandro Pertini ma non sarebbe in pericolo di vita.

Il parapiglia è scoppiato dopo una lite tra l'eritreo e la mamma di un bambino del quartiere. Tutto è cominciato ieri sera, quando il bambino di circa 10-11 anni è salito a casa dalla mamma raccontando di essere stato bersaglio di un lancio di pietre da parte di un rifugiato ospitato nel centro mentre era in strada con alcuni coetanei. A quel punto la donna non ci ha pensato due volte e, forse accompagnata da qualche altra mamma, si è diretta verso il centro per avere un chiarimento con l'eritreo. Poi, però, circondata da alcune decine di migranti del centro che forse la ostacolavano nell'uscita, ha chiamato aiuto, provocando l'arrivo sul posto di una cinquantina di residenti inferociti. Nel parapiglia che ne è derivato l'eritreo è stato accoltellato.

Sul caso indagano i carabinieri che stanno ascoltando i testimoni per ricostruire la dinamica dei fatti. La procura di Roma ha aperto un fascicolo e indaga per tentato omicidio. Il pm Alberto Galanti è in attesa di un'informativa di polizia giudiziaria. Nel frattempo è stato nominato un interprete in modo da consentire agli investigatori di ascoltare il migrante, che non parla italiano.

''Quanto è accaduto questa notte al Tiburtino è sintomo di una situazione di tensione. Siamo preoccupati per la pacifica convivenza di tutti - sottolinea in una nota la Croce Rossa di Roma - Il fatto che circolino notizie varie e spesso infondate è il segnale che non si vuole stare alla realtà dei fatti. Una realtà è che la persona eritrea ferita non è ospite del Presidio Umanitario dalla fine di luglio scorso ma è attualmente inserito nel programma di relocation ospite del CAS Staderini. Un altro dato di fatto è che non ci sono state persone 'sequestrate' e che la tensione per fortuna non ha prodotto gravi conseguenze''.

''Noi siamo disponibili a prendere tutti i provvedimenti necessari qualora si accertassero fatti diversi, ma al momento possiamo confermare che dal Presidio non è partita alcuna forma di aggressione. Siamo disponibili come sempre nei confronti della popolazione residente e auspichiamo che lo siano anche le Istituzioni del territorio. Da subito ieri sera ci siamo messi in contatto con le forze dell'ordine e attendiamo la conclusione delle indagini''.

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