Cei: "Tragedia Cutro ferita aperta, controllare e respingere non risolve"
Recuperato in mare, tra Steccato di Cutro e Praialonga, il cadavere di una donna. Il corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione, è stato consegnato alla polizia scientifica ed al medico legale. Salgono così a 89 le vittime del naufragio del 26 febbraio.
Sabato 25 marzo alle 15, in piazzale Africa a Steccato di Cutro, il Comune inaugurerà un monumento commemorativo per le vittime del naufragio del 26 febbraio scorso. A seguire, nella chiesa Ss Annunziata, si terrà un concerto solenne in onore delle vittime diretto dal maestro Alberto Veronesi con l'Orchestra sinfonica della Calabria.
Cei: "Tragedia Cutro ferita aperta, controllare e respingere non risolve"
"La recente tragedia di Cutro è una ferita aperta che mostra la debolezza delle risposte messe in atto. Il limitarsi a chiudere, controllare e respingere non solo non offre soluzioni di ampio respiro, ma contribuisce ad alimentare irregolarità e illegalità". A sottolinearlo i Vescovi italiani nel Consiglio episcopale permanente affrontando il tema dei migranti.
"Servono invece politiche lungimiranti – sul piano nazionale e su quello europeo - capaci di governare i flussi di ingresso attraverso canali legali, ovvero vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi in mare, sottraggano quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa della fame e della violenza alla vergogna dei centri di detenzione e diano loro prospettive reali per un futuro migliore", hanno esortato i Vescovi.
"In questa ottica - hanno concordato i Vescovi- i corridoi umanitari rappresentano al contempo un meccanismo di solidarietà internazionale e un potente strumento di politica migratoria. Nel ribadire che il diritto alla vita va sempre tutelato e che il salvataggio in mare costituisce un obbligo per ogni Stato, i Vescovi hanno quindi ricordato quanto sia strategica per il bene comune un’accoglienza dignitosa che abbia nella protezione, nell’integrazione e nella promozione i suoi cardini".