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Migranti, Ocean Viking chiede 'porto più vicino': in 23 sbarcati a Catania per cure urgenti

La nave, con a bordo 336 superstiti, si sta dirigendo verso Ancona, porto assegnato dalle autorità italiane

Migranti, Ocean Viking chiede 'porto più vicino': in 23 sbarcati a Catania per cure urgenti
16 marzo 2024 | 14.55
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"Dopo la morte di oltre 60 persone in seguito ad un calvario di 7 giorni in mare e ad una serie di intensi soccorsi, i superstiti a bordo della Ocean Viking rimangono in un limbo, lontani da un porto sicuro". Lo afferma l'Ong Sos Mediterranee che chiede "con urgenza" alle autorità italiane "un porto sicuro più vicino". La nave Ocean Viking, con a bordo 336 superstiti, si sta dirigendo verso Ancona, porto assegnato dalle autorità italiane. I team a bordo della Ocean Viking, la nave noleggiata da Sos Med, in collaborazione con la Federazione Internazionale della Croce e Mezzaluna Rossa hanno effettuato quattro separate operazioni di soccorso nell'arco di 48 ore questa settimana, salvando 361 migranti. Dopo aver chiesto urgentemente il permesso di sbarcare nel porto sicuro più vicino, i 23 superstiti di un naufragio in cui avrebbero perso la vita circa 60 persone, sono stati trasbordati, con la nave all'ancora, al largo del porto di Catania per essere sottoposti a cure mediche urgenti.

"Questi sopravvissuti hanno bisogno di cure urgenti e quindi di attraccare in un porto sicuro il prima possibile - afferma Jennifer Vibert, responsabile delle operazioni della Ficr - Metà dei sopravvissuti sono molto giovani, bambini o adolescenti, e molti sono stati trovati in uno stato fisico e mentale estremamente fragile. La maggior parte ha sofferto di grave disidratazione e alcuni hanno fatto ricorso all'acqua di mare. Altri hanno riportato ustioni a causa del carburante e dell'acqua di mare mescolati nel gommone. Il personale medico a bordo della Ocean Viking ha prestato cure mediche urgenti e fornito prodotti igienici, cibo e acqua. Ma i sopravvissuti hanno urgente bisogno di cure a terra".

"Le vite perse e i volti segnati dalla sofferenza rendono il nostro cuore pesante - aggiunge Soazic Dupuy, direttrice delle operazioni di Sos Mediterranee - E' essenziale capire cosa è successo dal momento della partenza dell'imbarcazione fino al ritrovamento dei sopravvissuti per evitare che una simile tragedia si ripeta".

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