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Mascherina in aereo e stop obbligo: cosa dicono Bassetti, Gismondo, Pregliasco

Dal 16 maggio non sarà più obbligatorio indossare la mascherina sui voli nell'Unione europea

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
11 maggio 2022 | 15.30
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Stop all'obbligo di mascherina in aereo da lunedì 16 maggio sui voli Ue. Da Gismondo a Pregliasco e Bassetti, cosa ne pensano gli esperti?

"Terrò la mascherina in aereo e dovrebbero farlo anche i fragili" , dice all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, commentando il nuovo protocollo europeo Easa-Ecdc per la sicurezza nel trasporto aereo. L'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie "non dicono 'non usate la mascherina' - precisa il docente dell'università Statale di Milano, direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi del capoluogo lombardo - Dicono che si passa dall'obbligo alla responsabilità e al buon senso, relativamente alla mascherina e ad altri aspetti di gestione per esempio delle distanze e degli assembramenti, attenti a evitare i colli di bottiglia".

"E' vero, in aereo ci sono filtri appositi, c'è un ricircolo d'aria anche segmentato per compartimenti, a blocchi di 4-6 file", osserva l'esperto. Però "è chiaro che un soggetto fragile a mio avviso deve usare la Ffp2, che ripeto dovrebbe diventare specie per le persone più vulnerabili come gli occhiali da sole. Vedremo poi - aggiunge Pregliasco - se in futuro ci dovranno essere delle restrizioni" in corrispondenza di "un eventuale "rigurgito del virus. Io comunque - conclude - la mascherina la terrei".

"Quello che dice" l'aggiornamento delle misure di sicurezza per i viaggi "è una questione di buon senso: se hai la tosse o starnutisci ti raccomando fortemente di usare la mascherina, altrimenti, visti i sistemi di aerazione che ci sono sugli aerei, non è più obbligatorio metterla. In Italia invece c'è un atteggiamento talebano e anacronistico sulla mascherina che fa solo del male. Ogni giorno arriva un segnale, come questo di oggi, che si sta sbagliando e si dovrebbe riflettere sulla scelta di una strada che non ci porta da nessuna parte". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Raccomandare e non obbligare l'uso della mascherina "è un modo non di rilassare le misure, ma di evitare il continuo svilimento che c'è in Italia dove - conclude - contrapponiamo obblighi, messi poi non da medici ma da politici, sindacati e sindaci, al buon senso di usare il dispositivo quando serve, ad esempio per gli anziani e i fragili".

"La mascherina in aereo la ritengo consigliabile alle persone fragili e ovviamente può essere precauzionale usarla per chi è malato, in caso di sintomi" da infezione "come tosse e starnuti". Per il resto, e in generale "oggi" in questa fase della pandemia di Covid, "le mascherine non hanno alcun senso" secondo Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. "Io l'ho già tolta ovunque - spiega all'Adnkronos Salute - tranne che in ospedale e ovunque sia richiesta per ordine ministeriale".

Quanto a "tutte le altre misure elencate" dall'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea (Easa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc) nel nuovo protocollo congiunto per viaggi sicuri, "più che una base scientifica - commenta l'esperta - credo rispondano a un'esigenza di immagine e di massima cautela".

"La mascherina in aereo non va tolta, dobbiamo garantire la sicurezza delle persone particolarmente fragili". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). "E' chiaro che man mano che l'epidemia volge verso un quadro rassicurante e di riduzione dei casi - prosegue Andreoni - si potrà procedere ad un passaggio dall'obbligo alla raccomandazione per l'uso delle mascherine. Ma è presto".

"Pur avendo da sempre, anche nelle fasi più critiche, escluso e stigmatizzato il catastrofismo e l’ipocondria, non credo affatto sia prassi corretta cedere al pressappochismo o all’imperizia accogliendo l’idea montante del colpo di spugna sulla lavagna del coronavirus. La pandemia non è finita, si va trasformando e nelle pieghe delle sue imprevedibili mutazioni non lascia presagire la sua fine, anzi". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, che aggiunge: "Troppo frettolosamente, a mio avviso, si sta tentando di tornare ai regimi preCovid, ma se non ci eserciteremo ancora sulle buone prassi e al contrario mostreremo supponenza, ho paura che a fine estate ci ritroveremo nuovamente impantanati. Propria alla luce della trascorsa esperienza, passare dal tutto al niente in un baleno, potrebbe sembrare offensivamente dilettantesco", rimarca Minelli.

"Chi pensa di decretare il rompete le righe di tutte le misure restrittive e di protezione è un irresponsabile - avverte l'immunologo - perché questo nuovo virus, sempre più nuovo e diverso, ha già dimostrato, e sta dimostrando, una inconsueta e straordinaria capacità di adattamento, e anche il talento di chi è abile a nascondersi, ingannando oltre che il sistema immunitario anche e soprattutto lo sconcertante sistema dei decisori. Capita così di dover registrare il 'paradosso cinese' che vorrebbe in quarantena perfino il vicino di casa di un contagiato e, per contro, la drastica rimozione di ogni memoria che, anche nei contatti più ravvicinati ed incontrollabili, possa ricordarci che il Covid sia mai esistito. Come - conclude - se tra i due estremi fosse del tutto impossibile trovare una via di mezzo equilibrata e compatibile con le più elementari escursioni dell’umana ragione".

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