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Bus Mestre, 21 morti nell'incidente. Acquisite due scatole nere

Sono 15 i feriti, sette in terapia intensiva. L'incidente è stato ripreso dalle telecamere

Il pullman precipitato
Il pullman precipitato
04 ottobre 2023 | 07.11
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Due scatole nere e le immagini delle telecamere presenti sulla rampa Rizzardi di Mestre potrebbero restituire, con precisione, quanto accaduto ieri sera sul cavalcavia dove un pullman ha sfondato il doppio guardrail ed è precipitando causando la morte di 21 persone, 15 i feriti di cui molti gravi. “Le due scatole nere presenti sul pullman sono state salvate”, spiega l’assessore veneziano alla Mobilità Renato Boraso. Elementi che presto finiranno sul tavolo della procura che indaga sull’incidente, insieme alle immagini delle telecamere presenti sul tratto di strada statale su cui sono in corso lavori di ammodernamento.

Dalle ore 5.30 di questa mattina il bus elettrico che è precipitato dal cavalcavia si trova nel deposito dell’ex mercato ortofrutticolo in via Torino. Al termine delle complesse operazioni di estrazione di vittime e feriti, il bus, rovesciato sull’asfalto dopo un volo di alcuni metri, è stato sollevato con due gru e trasportato su un pianale nel deposito dell’ex mercato. A quanto apprende l’Adnkronos, il mezzo viene monitorato “ogni quattro ore circa” poiché “trattandosi di un bus elettrico”, quindi dotato di particolari batterie, “potrebbe ripartire l’incendio” divampato ieri sera subito dopo l’impatto.

Le ipotesi

Il bus stava rientrando al camping Hu, dove i turisti alloggiavano, quando per cause ancora da accertare non ha percorso la strada dritta davanti a sé ma è precipitato per alcuni metri nel vuoto prima di prendere fuoco. Tutte le ipotesi restano aperte.

“Tutto fa pensare a un malore, però è prudente non avanzare ipotesi e usare il condizionale” afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia, in visita questa mattina all’ospedale Dell’Angelo. “Guasto tecnico o altri fattori oggi non ci sono noti. Attendiamo anche il lavoro della magistratura e dei tecnici per capire la dinamica”, dice il governatore, auspicando che “le immagini delle telecamere in strada, quelle in autobus se si sono salvate e le testimonianze ci aiutino a capire quello che è successo, perché noi non ricordiamo quel tratto di strada come un tratto di incidenti”.

Per quanto riguarda l’ipotesi che il bus abbia preso fuoco prima di precipitare dal cavalcavia, il governatore dice che “con le telecamere capiremo anche questo. Certo, essendo un bus elettrico, qualche perplessità può anche nascere”. Zaia precisa poi che “il metano non c’entra niente. L’autobus è elettrico. E da quello che ci risulta siamo davanti a una macchina recentissima, del 2022”. Anche “l’autista è una persona esperta, perbene e super referenziata. Si tratterà veramente di capire la dinamica”.

Le vittime e i feriti

Quattro dei 15 feriti sono ancora da identificare. A rendere più complicato dare un nome a chi da ieri è ricoverato in un ospedale veneto è che sul pullman viaggiavano turisti stranieri. Le condizioni dei feriti sono piuttosto gravi - sette in terapia intensiva - tre i minori.

In particolare, i feriti identificati sono quattro ucraini (due donne, un uomo e una minore), un tedesco, una francese, un croato, una coppia spagnola e due minori (maschio e femmina) di origine austriaca.

Per quanto riguarda le 21 vittime, solo sette di loro sono state identificate, si tratta di 4-5 ucraini (sulla nazionalità di una delle quattro donne permane incertezza), un tedesco e l'autista del bus, Alberto Rizzotto, 40 anni, originario di Conegliano, in provincia di Treviso, e residente a Tezze di Vazzola.

“Siamo davanti a una tragedia immane, ne ricordiamo pochissime a questo livello”, dice Zaia al termine della visita all’ospedale Dell’Angelo di Mestre, sottolineando che tra i 15 feriti si contano una bambina di 3 anni, una di 4 e uno di 13 e tra le 21 vittime una “bimba di poco più di un anno e una ragazza di 13 e 14 anni”. Per questo il Veneto ha chiesto e “ottenuto da Roma, anche in tempi celeri, l’autorizzazione per tre giorni di lutto regionale fino al 6 ottobre. Per tutta la Regione del Veneto ci saranno le bandiere a mezz’asta”.

118 Veneto: "Al lavoro per le identificazioni"

“Come 118 stiamo cercando di recuperare tutte le informazioni per stabilire l’identità delle vittime. Ci sono ancora 14 morti e 4 feriti senza un nome. Un’attività marginale, certo, di supporto alle forze dell’ordine ma necessaria viste le condizioni - dice all'Adnkronos Paolo Rosi, direttore del 118 Regione Veneto - Il magistrato questa mattina nominerà un perito incaricato di eseguire il riconoscimento, attraverso impronte dentali e digitali. Un lavoro fatto di concerto con la polizia scientifica”.

"All’ospedale dell’Angelo di Mestre la situazione da ieri sera è invariata: 6 i feriti trasferiti dal luogo dell’incidente, quattro in condizioni gravi ricoverati in rianimazione. Si tratta di tre uomini e una donna. Tutti stranieri, per la maggior parte di nazionalità ucraina, uno solo è tedesco. Dall’ora dell’apocalisse non ci siamo mai fermati”, dice all’Adnkronos Giulio Giuliani, responsabile comunicazione dell’Ulss Serenissima di Venezia. “Dopo lo strazio dei soccorsi ora ci aspetta la parte più difficile: il ricongiungimento delle vittime con i familiari, quasi tutti stranieri - aggiunge Giuliani - I feriti o non sono in condizioni di parlare oppure lo fanno a stento, per lo più in lingua ucraina".

I parenti delle vittime

I primi parenti delle 21 vittime e dei 15 feriti stanno arrivando al camping dove i loro familiari alloggiavano. La Regione Veneto ha allestito e già attivato all’ospedale dell’Angelo un servizio di accoglienza e una sala dedicata. Nell’androne del nosocomio è attivo il punto di prima accoglienza che indica alle persone dove rivolgersi. Sono già molte quelle arrivate all’ospedale. Per loro è stato attivato anche un servizio di interpretariato in lingua tedesca, ucraina, spagnola e francese. I parenti sono assistiti da un team di specialisti composto da sette psicologi e tre psichiatri.

Sul luogo della tragedia il patriarca di Venezia Francesco Moraglia. “Il patriarca - spiega una nota del patriarcato - prega e chiede preghiere per le vittime, tra cui anche bambini, per i feriti e per tutte le persone coinvolte nell’incidente”.

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