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Il sondaggio: fiducia in Ue crolla anche fra europeisti

Le rilevazioni di Antonio Noto

Fotogramma /Ipa
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29 marzo 2020 | 09.25
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"L’Europa alla quale il Presidente della Repubblica Mattarella si è appellato è fortemente criticata dalla maggioranza degli italiani. Il 72% dice che al momento non ha contribuito in alcun modo a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso nel nostro Paese. Il dato più allarmante è che per il 77% nei prossimi mesi non cambierà nulla, cioè il rapporto con la Ue rimarrà conflittuale ma non porterà benefici all’Italia". E' quanto scrive sulla Nazione-Resto del Carlino-Giorno Antonio Noto, direttore 'Noto Sondaggi', che spiega come "questo sentimento prevalente" verso l’Europa riguardi anche gli europeisti più ferventi. La loro fiducia verso l’Ue, infatti, scrive Noto, "è crollata al 25%, basti pensare che nel periodo pre-epidemia questo indice era comunque al 34%, ed il 64% dei cittadini si professava "europeista convinto" contro il 49% di questi giorni, quindi con una perdita in poche settimane del 15% del consenso". Per il sondaggista, "ciò che colpisce in questi numeri non è la flessione in sé dei giudizi positivi verso l’Europa, questo era da attendere, bensì l’entità di tale diminuzione".

Il "braccio di ferro tra il nostro governo e l’Ue per avere finanziamenti garantiti dagli altri Paesi è stata la ciliegina sulla torta, caduta nel momento in cui i cittadini già non riconoscevano nell’Europa un alleato fedele nella gestione dell’epidemia in Italia". Subito dopo, Noto spiega come non si possa escludere che "questa sensazione di essere lasciati da soli influisca concretamente sulle aspettative del futuro e anche in questo caso i numeri non sono incoraggianti". Infatti, "ben 1/3 dei lavoratori teme che nei prossimi mesi possa essere licenziato o che il proprio lavoro possa diminuire. In entrambi i casi si prevedono forti disagi economici che variano da reddito zero o parzialmente ridotto". Preoccupazione che viene registrata non tra i dipendenti pubblici, ma fra quelli del settore privato, imprenditori, commercianti e partite Iva. "Se per alcune di queste categorie è prevista la cassa integrazione – scrive Noto -, anche se al momento è programmata solo per 90 giorni, per altre invece il rischio è la mancanza di liquidità: il 22% degli italiani afferma che già all’inizio del prossimo mese potrebbe avere difficoltà ad effettuare la spesa". Infine, scrive Noto, "anche rispetto alle restrizioni in atto iniziano a prevalere opinioni critiche. Sebbene rimanga ancora molto alta la percentuale di persone che giudicano questi provvedimenti necessari (77%), dall’altra emerge che il 26% sta diventando dubbioso che queste misure realmente stanno avendo risultati".

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