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Giulia Cecchettin, nuove prove contro Filippo Turetta: rischia l'ergastolo

Domani l'interrogatorio di garanzia per 21enne, detenuto nel penitenziario di Verona, con l'accusa di aver sequestrato e ucciso l'ex fidanzata. Ai Ris di Parma le analisi dell'auto, delle tracce di sangue e del coltello

Filippo Turetta e Giulia Cecchettin (Fotogramma)
Filippo Turetta e Giulia Cecchettin (Fotogramma)
27 novembre 2023 | 13.47
LETTURA: 4 minuti

Ci sarebbero nuove prove contro Filippo Turetta che è accusato di aver sequestrato e ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. E' quanto emerge da fonti vicine alla procura che parlano di un capo di imputazione invariato, ma "fluido". L'interrogatorio di garanzia per lo studente 21enne si terrà domani nel carcere di Verona, dove è detenuto, con gip di Venezia Benedetta Vitolo e, poi, si apprende da fonti investigative, anche con il pubblico ministero Andrea Petroni che potrà contestargli altri elementi raccolti. "La premeditazione non è contestata", aggiungono, ma questa aggravante, che potrebbe far lievitare la condanna fino all'ergastolo, viene evocata in base a una serie di elementi che sono emersi dopo, tra cui il coltello e un guanto trovati nella Punto nera che deve ancora essere riportata in Italia. "Non è chiaro" se Filippo Turetta le abbia legato le mani con il nastro adesivo, utilizzato dallo studente per tappare la bocca e impedire alla 22enne di urlare e chiedere aiuto. "Non ne abbiamo certezza, è una delle cose che dovrà chiarire" spiega una fonte investigativa all'Adnkronos.

Turetta dovrà spiegare perché aveva 300 euro con sé, perché aveva comprato online il nastro adesivo utilizzato per impedire a Giulia di urlare, perché avrebbe studiato possibili percorsi di fuga e perché si fosse procurato dei sacchi neri, trovati accanto al corpo abbandonato tra le rocce vicino al lago di Barcis. Elementi nuovi che potrebbero essergli contestati domani aggravando, di fatto, la sua posizione, insieme alla possibilità di dover rispondere di occultamento di cadavere. Difeso dall’avvocato Giovanni Caruso, che potrà chiedere i domiciliari o una perizia psichiatrica con la formula dell’incidente probatorio, Turetta ha tre possibilità davanti al giudice: tacere, rispondere alle domande o fare dichiarazioni spontanee su quanto accaduto la sera di sabato 11 novembre.

L'incontro con il suo avvocato

"Non anticipo alcunché rispetto all'interrogatorio di domani per rispetto all'autorità giudiziaria" dice l'avvocato Giovanni Caruso, dopo le tre ore di colloquio in carcere con il suo assistito Filippo Turetta. "Non presenterò richiesta al Riesame, né richiesta di affievolimento della misura" della custodia cautelare in carcere. Il legale non ha voluto rispondere alle domande dei cronisti limitandosi a questa dichiarazione. Filippo Turetta ha dovuto affrontare per la prima volta, nell'incontro in carcere con il suo difensore Giovanni Caruso, cosa è successo l'11 novembre scorso quando avrebbe aggredito, in due distinte fasi, l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Un delitto che il 21enne ha confessato in Germania quando è stato catturato dopo una fuga di oltre mille chilometri, rivelazioni che non hanno valore se non ripetute davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo nell’interrogatorio di garanzia previsto per domani.

La seconda notte dello studente è trascorsa in modo tranquillo, inizia ad 'ambientarsi' dietro le sbarre della casa circondariale di Montorio a Verona, mentre la procura di Venezia continua a mettere ordine negli indizi contro lo studente di ingegneria.

Sul fronte della difesa, che oggi potrà mettere le mani sul fascicolo della procura, adesso inizia la fase dello studio della strategia per contrastare le accuse. Una difesa che l'avvocato concorderà con il suo assistito. Filippo Turetta oggi potrebbe iniziare a spiegargli cosa è successo la sera dell'11 novembre. "Ribadisco che, in mattinata, estrarrò copia del fascicolo processuale del procedimento", e solo dopo "potrò confrontarmi" con Turetta "per le scelte conseguenti in vista dell'interrogatorio di domani" spiega il legale. Domani davanti al gip, il 21enne ha tre strade: tacere, rispondere alle domande oppure rilasciare solo dichiarazioni spontanee.

Le analisi del Ris di Parma

Saranno i Ris di Parma a dover svolgere tutti gli accertamenti sui due coltelli, uno recuperato a Vigonovo e l’altro nell’auto. Bisognerà capire se uno dei due sia stato impugnato da Filippo Turetta. Le altre analisi, invece, dovranno stabilire con certezza se, sui mattoni davanti all’asilo nido, sia rimasto impresso il sangue della 22enne.

Il pm di Venezia Andrea Petroni ha richiesto al suo omologo tedesco di poter procedere al trasporto dell'auto di Filippo Turetta direttamente al Ris di Parma. Si attende dunque il ‘nulla osta’ che possa garantire che la Fiat Punto e gli oggetti trovato all’interno, tra cui un guanto e un coltello, possano essere trasportati senza contaminazione ed essere analizzati dai carabinieri nei laboratori di Parma.

I carabinieri saranno ancora impegnati anche nel ricostruire le ricerche via web fatte dal 21enne prima della fuga, "on line non ha cercato nessun kit di sopravvivenza" ci tiene a precisare un investigatore, così come sul cellulare (non trovato) di Giulia che risulta spento dalle 22.45 dell'11 novembre scorso. Resta, inoltre, da capire quando abbia comprato il libro per bambini, trovato vicino al corpo senza vita della studentessa di Ingegneria biomedica.

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