Presente anche il deputato Alessandro Zan: "Tempo scaduto, legge non più rinviabile"
Manifestazione oggi a Piazza del Popolo, a Roma, che vede protagoniste oltre 120 associazioni e realtà per sostenere l’approvazione del ddl Zan. "Una cosa del genere non si vedeva da tanto tempo: 120 realtà che vengono da tutta Italia. Ci ritroviamo in piazza così con tanti mondi, non solo quello Lgbt, ma anche quello delle donne e delle persone disabili. Quindi è una piazza intersezionale", dichiara all‘Adnkronos Claudio Mazzella, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
"Chiediamo l’approvazione immediata del ddl Zan, e senza nessun compromesso al ribasso, senza nessuna modifica, e come dice lo stesso slogan della manifestazione ‘non un passo indietro’", evidenzia Mazzella aggiungendo che sono rispettate tutte le norme di sicurezza anti Covid. "Mi auguro che da qua in poi ci sia tanta mobilitazione in Italia fino a quando sarà approvato il ddl Zan".
In piazza anche il deputato Alessandro Zan, padre dell’omonimo disegno di legge. "Questa è una grande piazza che sta dicendo alle istituzioni, in particolar modo al Senato, di fare presto. Mentre qualcuno ne fa una contesa politica per cercare di ottenere consenso elettorale, noi vogliamo approvare questa legge perché parliamo di vita e dignità delle persone. Tante quotidianamente vengono discriminate, bullizzate, fatte oggetto di violenza. E non per quello che fanno ma per quello che sono. La legge non è più rinviabile", ha detto, ricordando che "ci sono altre 50 piazze in tutta Italia che vogliono dire a gran voce di fare presto" per l’approvazione al Senato.
"I crimini d’odio sono particolarmente insidiosi e odiosi, colpiscono - specifica Zan - le persone per la loro soggettività, perché due persone dello stesso sesso che si tengono per mano o si baciano. Queste cose in un paese civile non possono più essere tollerate. Chiediamo alla politica, al Senato di non fare scherzi, di smetterla con l’ostruzionismo perché stiamo parlando di vita delle persone". "E basta con le fake news, non è una legge liberticida contro la libertà di espressione", aggiunge. "La direttiva europea ci chiede di colmare un vuoto legislativo: troppe persone sono discriminate per la loro posizione. L’Italia purtroppo ha la maglia nera in Europa, e dobbiamo correre ai ripari. Il tempo è scaduto, a un certo punto si dovrà uscire dalle sabbie mobili della Commissione Giustizia e si dovrà andare al Senato per dire sì a una legge a tutela delle persone più vulnerabili, fatte oggetto di discriminazione e violenza", conclude Zan.
Secondo Vladimir Luxuria, presente insieme alla senatrice, madrina delle Unioni civili, Monica Cirinnà, "le leggi si adeguano anche ai cambiamenti culturali e sociali. Una volta la parola omofobia neanche esisteva, oggi c’è. E ci piacerebbe che questa parola esistesse anche come fattispecie specifica di reato, così come esiste l’aggravante per chi commette o incita a commettere violenza fondata sulla razza, sulla nazionalità, sulla religione, noi chiediamo che venga esteso su orientamento sessuale e identità di genere". "E lo dico subito - si affretta ad aggiungere- che nessuno pensi per avere un compromesso e avere il sì da parte della Lega o da parte di qualcun altro di togliere la parola identità di genere, cioè di togliere le nostre identità di persone trans che tante volte hanno vissuto sulla propria pelle quello che è il peso della violenza". Poi riguardo al Governo osserva il "silenzio" di Draghi: "abbiamo un presidente del Consiglio del quale non conosciamo ancora la sua posizione sul ddl Zan nonostante se ne stia parlando tanto". Questa "è una legge di iniziativa parlamentare, così come c’erano i numeri prima, ci sono adesso; quindi volendo questa legge senza cambiare una virgola, può essere approvata. Basta polemiche", conclude Luxuria.