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Covid oggi Italia, calcolo morti va cambiato? Cosa dicono Anelli, Crisanti e Pregliasco

Il parere sul conteggio dei decessi alla luce dell'alto numero di vittime

(Fotogramma)
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05 febbraio 2022 | 18.16
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Morti con Covid e per Covid, molti invocano una modalità differente di conteggio alla luce dell'alto numero dei decessi quotidiani in Italia. Per il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, "se uno muore ed è positivo al Covid deve essere classificato, come è stato fatto finora, tra i decessi ascrivibili alla malattia, in quanto la sopravvenienza della patologia da Covid rappresenta una concausa della morte". Anelli però torna anche a puntare il dito contro i prolungati tagli al Servizio sanitario nazionale, che negli anni hanno portato a una forte riduzione del personale, causa anche di una "difficoltà oggettiva nell'erogare l'assistenza. Questo - sottolinea - determina un sistema meno efficiente, un sistema che spesso non ce la fa ad assistere in maniera adeguata, nei modi e nei tempi necessari. In altre parole: se si arriva in ospedale tardi, se negli ospedali manca personale anche i rischi salgono" dice all'Adnkronos Salute.

"Il calcolo dei morti per Covid in Italia è assolutamente giusto", secondo il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova. "E' semplice questione di logica matematica" e chi vuole conteggiarli in altro modo "sbaglia", dice all'Adnkronos Salute. Crisanti spiega: "La probabilità di una persona anziana 80-85enne con diverse patologie di morte indipendentemente dal Covid in un singolo giorno è di uno a mille, e nella stessa fascia di età la probabilità che questa persona sia infetta da Covid è di 4 su mille, quindi la probabilità che una persona muoia di qualsiasi altra patologia e sia infettata da Covid e che il Covid non c'entri nulla è bassissima pari a 4 su 1 milione. Dunque il contributo per cause proprie in coincidenza con Covid è irrisorio". Per questo "il calcolo che si fa oggi è giusto".

Per il virologo dell'Università di Milano, Fabrizio Pregliasco, il calcolo quotidiano del numero dei morti "deve restare così com'è perché è importante ai fini statistici avere uno 'storico' standardizzato". "Se si cambia il meccanismo di classificazione, infatti - dice Pregliasco all'Adnkronos Salute - si perde tutta la storia della malattia, ma si dovrebbe ampliare la descrizione della casistica, aggiungendo delle informazioni supplementari che distinguano e fotografino meglio il singolo decesso e l'impatto della malattia".

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