Ufficio studi 'Caritas' all’Adnkronos: "I nuovi poveri sono la metà delle persone che si rivolgono alle nostre strutture, rispetto al 31% della pre-pandemia"
La pandemia di coronavirus sta creando nuovi poveri. "Al momento i nuovi poveri sono la metà delle persone che si rivolgono alle nostre strutture, stiamo parlando del 48%, rispetto al 31% della pre-pandemia. Aumentano gli italiani, le donne con figli minori e le fasce giovanili, toccate dal precariato e dai contratti a tempo determinato". Lo dice all’Adnkronos Federica De Lauso dell’ufficio studi Caritas italiano, facendo un ritratto dei nuovi poveri per effetto della pandemia che si rivolgono in tutta Italia alle strutture della Caritas.
"Ci hanno chiesto aiuto - continua De Lauso - anche molte persone in cassa integrazione, laddove ci sono situazioni già a basso e mono reddito l’80% dello stipendio può essere un problema, e tanti lavoratori autonomi. Tutte persone che si sono aggiunte a quelli che già conoscevamo, come casalinghe e pensionati".
"Siamo allineati con i dati Istat che parlano di 5,6 milioni di poveri assoluti a fronte dei 4,6 del 2019 - aggiunge -. Sono principalmente i giovani e le donne che ci chiedono aiuto. Donne che molte volte si fanno portavoce dell’intero nucleo familiare. Sul fronte della Dad, ad esempio, in pieno lockdown abbiamo aiutato circa 2.500 famiglie per tablet e connessioni. Dietro la donna ci sono tante problematiche, in primis il lavoro ma anche la fatica psico-relazionale legata alla gestione della famiglia e a volte i maltrattamenti".
"In tutto il 2020 abbiamo aiutato circa un milione e 800mila persone come Caritas, un numero che include sia gli aiuti materiali sia l’interazione con le nostre strutture; parlo non solo di pasti ma anche di orientamento e supporto per accedere agli aiuti delle istituzioni".