La direttrice del laboratorio dell'ospedale Sacco di Milano ribadisce: "Non è una pandemia ma occorre rispondere in un periodo molto breve a tanti ricoveri in terapia intensiva". E sottolinea: "Più che richiamare i medici pensionati assumere giovani"
"A livello mondiale conosciamo i casi della Cina che ci hanno molto spaventato. Ad oggi in Italia abbiamo 1049 casi, in Lombardia sono 615 i positivi, 256 ricoverati e 80 in terapia intensiva. Ma se facciamo un paragone con l'influenza vediamo che ci sono già stati 5 milioni di casi, il 9% popolazione, con 300 decessi collegati all'influenza. Non voglio sminuire il coronavirus ma la sua problematica rimane appena superiore all'influenza stagionale". Lo ha affermato Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio dell'ospedale Sacco di Milano, ospite di 'SkyTg24'.
"E' l'organizzazione sanitaria, ovvero in poco tempo tanti casi, a preoccupare. Non è una pandemia ma occorre rispondere in un periodo molto breve a tanti ricoveri in terapia intensiva", ha spiegato.
Gismondo, inoltre, ha sottolineato: "Piuttosto che richiamare i medici pensionati, assumiamo nuove energie. Faccio notare che lavorare in una terapia intensiva non è facile e non è come lavorare in medicina generale - ha aggiunto - c'è bisogno di addestramento e non è possibile deviarne da altri reparti. Abbiamo bisogno di rianimatori e infermieri capaci di assistere questi pazienti. Non è un lavoro banale".