Il critico d'arte: "Nel complesso non posso dire di essere soddisfatto"
L’apertura da oggi nelle zone gialle dei musei è un segnale positivo benché la chiusura imposta il sabato e la domenica rappresenti “una forma di puro sadismo perché chiunque sa che le persone vanno nei musei durante il week-end”. La pensa così il critico Vittorio Sgarbi secondo il quale per le aperture bisognerebbe stabilire due criteri di massima: il numero di persone assolute che possano visitare una mostra e l’allungamento dell’orario.
Conoscendo e verificando “le frequenze”, spiega infatti il critico, si ha a disposizione “uno strumento elementare, cioè quello di ampliare l’orario”. Ciò significa che “dal giovedì in avanti bisogna fare delle aperture fino alle 23 o a alle 24 in maniera tale da distribuire le persone. Il giorno in cui riusciremo ad aprire anche il sabato e la domenica non si raggiungerà una dimensione di normalità o di minore pericolosità del virus ma semplicemente l’applicazione di regole elementari. Il criterio al quale attenersi è anche quello di un numero massimo di persone da far entrare in una mostra”.
Sgarbi ricorda di “aver riaperto per primo il Mart di Rovereto con la mostra dedicata a Caravaggio e Boldini. Oggi riapriamo palazzo dei Diamanti a Ferrara con la mostra di Ligabue e domani riapriremo Sutri. Speriamo che le cose vadano bene ma nel complesso non posso dire di essere soddisfatto”, conclude.