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Yannis Varoufakis

Yannis Varoufakis: democratizzare il denaro con le valute digitali nazionali

Le CBDC sono “un modo promettente per raggiungere tre obiettivi: liberare il sistema dei pagamenti, garantire una trasparenza senza precedenti sulla quantità di denaro prelevata dall'albero dei soldi e democratizzare l'accesso all'albero dei soldi”.

 - Yannis Varoufakis
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29 luglio 2021 | 15.35
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Interessante intervento di Yanis Varoufakis su Project Syndicate riguardo alle valute digitali nazionali, o Central Bank Digital Currency. A partire dalla considerazione di come la storia del denaro corrisponda alla storia delle lotte per il controllo del sistema dei pagamenti: “Che tu stia pagando una tazza di caffè con la tua carta di debito o trasferendo del denaro, la transazione passa attraverso un sistema digitale interamente di proprietà dei banchieri. Quello che dovrebbe essere un servizio pubblico, come le strade o le fogne, è un cartello redditizio”. Certo, l'accesso dei banchieri all'albero del denaro è limitato dalla banca centrale che impone un controllo alla produzione di nuovo denaro. Ma “mentre ciò può essere vero in teoria, durante una crisi i debiti diventano pesantemente negativi” e mettono la banca centrale nella condizione di scegliere “tra lasciare che le banche falliscano e accettare garanzie sempre più prive di valore”.

La dipendenza della società dalle banche sui sistemi di pagamento ha fatto sì che dal 2008 – e soprattutto durante la pandemia – si sia creato un ulteriore divario tra gli ultra-ricchi e tutti gli altri che soffrono per la stagnazione e l'austerità. Il che ha reso impossibile per le banche centrali rilanciare l'economia tenendo sotto controllo la finanza e le Big Tech. In questo panorama, le criptovalute non statali come Bitcoin minacciano il monopolio dei banchieri sul sistema di pagamento, nazionale e internazionale. “Ma sono una terribile alternativa sotto ogni altro aspetto. Dei loro molti difetti, quello che spicca è che l'offerta di criptovalute non può essere regolata per riflettere la reale attività economica. Se tali valute avessero prevalso prima della pandemia, i governi non sarebbero stati in grado di sostenere i lavoratori e le imprese bloccate”.

Al contrario, le valute digitali della banca centrale basate su tecnologie di miglioramento della trasparenza simili a bitcoin sono “un modo promettente per raggiungere tre obiettivi: liberare il sistema dei pagamenti, garantire una trasparenza senza precedenti sulla quantità di denaro prelevata dall'albero dei soldi e democratizzare l'accesso all'albero dei soldi”. Le valute digitali della banca centrale stanno ottenendo il sostegno dell'establishment finanziario occidentali perché, se non le fanno loro, qualcun altro lo farà, “sia che si tratti della People's Bank of China, la cui valuta digitale è in una fase avanzata di sviluppo, o, più minacciosamente, la Grande tecnologia”. Per Varoufakis occorre, a questo punto, democratizzare il sistema dei pagamenti e ciò può essere ottenuto facilmente “se la banca centrale concede automaticamente a ogni residente un conto digitale, un PIN e un'applicazione web/telefonica che consenta trasferimenti di denaro gratuiti e immediati”. E conceda, inoltre, “uno sconto fiscale, diciamo, del 5% sui fondi trasferiti sul proprio conto presso la banca centrale e utilizzati per estinguere le tasse” in modo sostanzialmente prepagato. Per quanto riguarda la privacy, “è possibile anonimizzare i conti della banca centrale con tag digitali che solo un difensore civico indipendente, ruolo creato nello spirito di una nuova separazione dei poteri, può ricondurre a persone fisiche”.

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