"Quello che non arriva dall'Europa ce lo produciamo da soli, dalla mozzarella al sugo di pomodoro"
"Sono chef, ho un ristorante molto conosciuto a Mosca con menu italiano al 100%. Se ci mancano il cibo o le materie prime? Assolutamente no, qui c'è tutto. E quello che non arriva, in particolare prodotti italiani, abbiamo cominciato a produrlo all'interno del paese". A parlare all'AdnKronos è Ivan Rorato, chef veneziano e proprietario del ristorante italiano 'La Bellezza' di Mosca, che racconta la sua esperienza dopo tanti anni di vita in Russia anche alla luce delle sanzioni che stanno colpendo il Paese.
"Io sono arrivato stabilmente a Mosca nel dicembre 2020, ma faccio avanti e indietro dal 2008, perché sono sposato con una donna russa dal 2007 e abbiamo una bambina -racconta il ristoratore- Faccio anche il personal chef e produciamo anche salumi. Piacciono moltissimo, qui arrivano solo di contrabbando". Rorato spiega di non avere avuto alcin problema con le sanzioni imposte alla Russia: "Le sanzioni sono state un po' traumatiche solo i primi giorni, per la memoria storica nelle persone del periodo dell'Unione Sovietica, poi tutto è tornato in pochissimo tempo alla normalità. Abbiamo ancora tutto, non manca nessun prodotto, anzi, i supermercati sono pieni". E i prezzi? "Sono solo aumentati un po' i prezzi delle materie prime europee", spiega lo chef.
Che per questo motivo, come altri italiani che hanno scelto di restare nella Federazione, "stiamo iniziando a produrre tutto qui, formaggio, salsa di pomodoro, la mozzarella -rivela Rorato- La burrata che trovi è fantastica, non ha nulla da invidiare a quella italiana, perché le mucche qui hanno tantissimo spazio, ci sono un marea di pascoli, e la qualità delle materie prime è eccellente. Quando riapriranno le importazioni dovranno farmi concorrenza", scherza lo chef. E spiega che nella capitale sono in molto a pensarla come lui, e ad apprezzare la gestione politica del Cremlino: "Qui ci sono molti italiani che sono rimasti e abbiamo un gruppo: non c'è uno che sia contro, perché vediamo che il Paese funziona, altro che in Italia. Certo, devi rispettare le regole e, come in tutti i paesi civili, se non le rispetti ti fermano".
Nessun problema neanche con le carte di credito bloccate. "Il giorno prima che Visa e Materclass ci scollegassero dall'Europa qui avevano già comunicato che avevano fatto l'accordo con la Cina", dice lo chef all'Adnkronos. "Nel giro di quattro cinque giorni è tornato tutto normale. La carta del circuito russo funziona per i pagamenti col cellulare, mentre per i pagamenti all'estero uso una poste-pay".
I marchi europei "non stanno abbandonando del tutto la Russia, questa è una grandissima fake news dell'Occidente -dice il ristoratore- Quelli che sono rimasti di più sono proprio gli americani. Importano le merci direttamente dalla Cina, e quindi non passano per l'Europa. La Apple qui è tutta aperta, i McDonald's non sono tutti chiusi, Ikea continua a pagare i suoi dipendenti e organizza dei tour per turisti in attesa di riaprire".
Su come sia visto Putin nel suo Paese, il ristoratore veneziano spiega: "Se volevano farlo cadere hanno sbagliato tutto. Anche quelli che prima storcevano un po' il naso, adesso sono tutti con lui. Il sentore, anche parlando con le tante persone che vedo ogni giorno, è che ci siano più persone dalla sua parte che contro". Questo anche perché "Mosca è una città che ha tutto, e nonostante sia una metropoli con quasi 18 milioni di abitanti ed è molto curata, a livello maniacale. Se penso a Roma, mi vengono i brividi". In questo momento dunque non tornerebbe in Italia? "Neanche in vacanza: qui si sta molto meglio".