Il presidente non ha intenzione di muovere guerra a Kiev, ma allo stesso tempo non sa bene quale debba essere il punto di caduta di questa crisi.
"Non credo che a Vladimir Putin possa bastare" quello che Stati Uniti e Nato hanno offerto nelle risposte scritte alle richieste di garanzie russe consegnate due giorni fa a Mosca, ma comunque "è un bene che si sia aperto il negoziato, perché quello è la via d'uscita per tutti". E' quanto sostiene in un'intervista all'Adnkronos l'ambasciatore Alessandro Minuto Rizzo, già vice segretario generale della Nato e ora presidente della Nato defense college foundation, convinto che Putin non abbia intenzione di muovere guerra all'Ucraina, ma che allo stesso tempo non sappia bene quale debba essere il punto di caduta di questa crisi.
"Le posizioni di Mosca, Washington e Bruxelles sono rimaste dov'erano - osserva Minuto Rizzo - C'è un piccolo vantaggio della Russia, perché ha obbligato Stati Uniti e Nato a rispondere, quindi c'è un elemento di soddisfazione formale". Detto questo, "nella prima lettera non si poteva fare altro che ribadire le proprie posizioni di partenza, americani e Nato dicono, 'parliamoci, vediamoci, ma comunque non possiamo assicurare che l'Ucraina non potrà mai entrare nell'Alleanza'", spiega l'ambasciatore. Che tra l'altro sottolinea come al momento sia un tema di là da venire, dal momento che "non c'è alcuna richiesta formale di adesione e, ove e quando vi fosse, avrebbe bisogno del consenso di tutti e 30 gli Stati membri".
L'ambasciatore, infine, sottolinea come anche "la presidenza Biden non abbia ben chiaro cosa vuole fare, in generale, e in particolare con la Russia, con cui si alternano messaggi fermi a qualche gaffe, anche se questa potrebbe essere un bene, perché alzare troppo la voce non credo sia positivo". "Io non penso che Biden voglio una vera crisi con la Russia", chiosa Minuto Rizzo che, parlando dell'atteggiamento dell'Europa, ricorda come "dal punto di vista militare noi conti niente, ma, se ci fosse un'escalation della crisi, potrà far valere l'arma delle sanzioni, su cui tutti e 27 potrebbero alla fine ricompattarsi, facendo venire meno le inevitabili divisioni".