La replica del presidente turco al premier italiano. Draghi mantiene la linea del silenzio, dicono all'Adnkronos fonti di Palazzo Chigi
La risposta è arrivata. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha aspettato sei giorni, ma poi ha approfittato di un evento con i giovani per dare del "maleducato" a Mario Draghi, che lo aveva definito un "dittatore", e per ricordargli che "non è stato eletto". Ma già come la settimana scorsa, quando il premier non aveva risposto alla richiesta di scuse, anche oggi non c'è stata alcuna controreplica. Draghi mantiene la linea del silenzio, dicono all'Adnkronos fonti di Palazzo Chigi.
La reazione di Erdogan è arrivata quasi a freddo, ma non ha sorpreso la diplomazia italiana, che non pensava che lo stop a Leonardo per la fornitura di elicotteri alla Turchia e quello ai contratti di Ansaldo sarebbe bastata al 'sultano'. Né lo show dei giorni scorsi ad Ankara, dove il premier libico Abdul Hamid Dbeibah è arrivato con una delegazione di 14 ministri al seguito per firmare una serie di accordi in settori sui quali l'Italia è in diretta competizione con la Turchia.
Quasi tutti gli esponenti del governo e anche parte di quelli dell'opposizione avevano espresso nei giorni scorsi solidarietà a Erdogan, che ha atteso l'evento 'giusto' per rispondere a Draghi, a uso e consumo della propaganda interna, e per attribuirgli la responsabilità di aver "danneggiato" i rapporti tra Roma e Ankara. Non la conferenza stampa di ieri dopo la fine della riunione di governo, durante la quale pure ha parlato di rapporti internazionali. Ma, sottolineano fonti informate, un incontro con i giovani in una biblioteca di Ankara, dove uno di loro gli ha chiesto cosa ha provato quando Draghi gli ha dato del dittatore.
La diplomazia spera che a questo punto possa chiudersi qui la guerra di parole tra il premier ed il presidente turco, iniziata l'8 aprile scorso, quando Draghi definì "un'umiliazione" il trattamento riservato ad Ankara a Ursula von der Leyen e definì "dittatore" il presidente turco, per quanto "se ne abbia bisogno". Immediata, già nella serata di giovedì scorso, la convocazione al ministero degli Esteri turco del nostro ambasciatore ad Ankara, Massimo Gaiani, al quale era stato chiesto che venissero "ritirate le parole inaccettabili e impertinenti" del premier italiano.
Cosa che non è avvenuta ed Erdogan, oggi, dopo aver ribadito che Draghi "non è stato eletto ma nominato" e dopo averlo invitato a "ricordare la storia", ha chiosato: "Per questo vi dico di non dare alcuna importanza a quali parole che utilizza o non utilizza il presidente del Consiglio italiano".