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Khelif, denuncia contro abusi e offese social. Cio: "Ha rispettato le regole"

La pugile, oro alle Olimpiadi di Parigi, è stata accusata di avere cromosomi maschili

Imane Khelif - Fotogramma
Imane Khelif - Fotogramma
06 novembre 2024 | 15.25
LETTURA: 3 minuti

Imane Khelif, la pugile che ha vinto l'oro olimpico nel bel mezzo di una disputa sull'idoneità di genere, sta intraprendendo un'azione legale per le informazioni, circolate sui media, che riportavano informazioni private della sua cartella clinica. Anche questa settimana in Francia si sono susseguite indiscrezioni che riportavano come la 25enne avesse cromosomi XY (maschili). La pugile ha vinto l'oro nella competizione femminile dei pesi welter ai Giochi di Parigi 2024 di quest'estate in mezzo a un'enorme controversia, diventata poi un vero e proprio caso politico, dopo che l'International Boxing Association ha affermato che l'algerina era stata squalificata dai Campionati del mondo dell'anno scorso per non aver soddisfatto i criteri di idoneità di genere.

La prima avversaria di Khelif a Parigi, la pugie italiana Angela Carini, si è ritirata dall'incontro dopo soli 46 secondi, dicendo di "non aver mai sentito un pugno come questo". Khelif ha presentato una denuncia legale alle autorità francesi per gli abusi e le molestie online a cui è stata sottoposta durante i Giochi e il Cio ha già comunicato di star prendendo provvedimenti.

Il Cio: "Khelif ha rispettato i criteri di ammissibilità"

"Sappiamo che Imane Khelif ha intrapreso un'azione legale contro le persone che hanno commentato la sua situazione durante i Giochi olimpici di Parigi 2024 e sta anche preparando una causa in risposta alle ultime segnalazioni", ha affermato un portavoce del Cio. "Il Cio non rilascerà dichiarazioni finché è in corso un'azione legale o sui resoconti dei media su documenti non verificati la cui origine non può essere confermata".

Il Cio ha voluto comunque sottolineare che Khelif ha gareggiato nella boxe femminile "per molti anni", inclusi i precedenti Giochi di Tokyo e gli eventi poi sanzionati dall'Iba, federazione che è stata privata, lo scorso anno, del riconoscimento del Cio per carenze di governance. Tutti gli atleti che hanno partecipato al torneo di pugilato ai Giochi olimpici di Parigi 2024 hanno rispettato i requisiti di ammissibilità e i regolamenti di ammissione della competizione, insieme a tutti i regolamenti medici applicabili emanati dalla Paris 2024 Boxing Unit (PBU). Come per le precedenti competizioni olimpiche di pugilato, il sesso e l'età degli atleti si basavano sui dettagli riportati nel passaporto".

Il Cio ha affermato che le stesse regole erano state applicate durante il periodo di qualificazione: "Il Cio si impegna a proteggere i diritti umani di tutti gli atleti che hanno preso parte ai Giochi olimpici secondo la Carta olimpica, il Codice etico del Cio e il Quadro strategico del Cio sui diritti umani. Il Cio è rattristato dagli abusi che Imane Khelif sta attualmente subendo". Khelif, dopo aver vinto l'oro, aveva dichiarato: "Sono pienamente qualificata per partecipare a questa competizione: sono una donna. Sono nata donna, ho vissuto come donna e ho gareggiato come donna. Non c'è dubbio che ci siano nemici del mio successo e questo gli dà un sapore speciale, proprio a causa di questi attacchi".

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