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L'artista torna in gara per la seconda volta con il brano 'Grazie ma no grazie', un invito a prendere con leggerezza le piccole prove di ogni giorno
"Il palco dell'Ariston non mi ha cambiato ma il vero rap a Sanremo non c'è". Così Willie Peyote, con la sua consueta schiettezza, torna per la seconda volta sul palco del festival con il brano 'Grazie ma no grazie'. Un invito a prendere la vita con leggerezza e affrontare le piccole prove che ogni giorno ci si presentano: dall'invito ad una cena di classe alle continue richieste per cambi contrattuali per la luce dell'energia elettrica. "Lavoro quest'ultimo che ho anche fatto", scherza l'artista in un'intervista all'Adnkronos. "Molte situazioni, anche serie, si possono affrontare con ironia". Viviamo in un momento storico dove "tutto è molto polarizzato. Da qui la mia esigenza di mettere tanta ironia e allegria nella parte musicale del brano, per cercare di alleggerire un po'. Siamo tutti un po' appesantiti dalle difficoltà che non ci permettono di confrontarci con idee diverse dalla nostra. Quando si perde il confronto allora perdiamo tutti e dovremmo riscoprirlo un po'".
L'ispirazione per 'Grazie ma no grazie' è arrivata durante un viaggio in Ecuador, dopo la nascita del suo terzo nipote. "Guardavo l'Italia da lontano, immerso nell'affetto delle mie nipoti, e la canzone è nata spontaneamente". Insieme a Rocco Hunt, Peyote rappresenta una delle poche voci con un messaggio sociale in un Festival dominato da temi amorosi. "Non credo sia un caso che due rapper siano gli unici a parlare di qualcosa oltre l'amore. Il rap, per sua natura, si basa sull'esprimere concetti, non necessariamente di impegno sociale, ma che riflettano la vita reale, andando oltre il semplice sentimentalismo".
Ma sul rap a Sanremo, Willie Peyote concorda con le parole di Jack La Furia: quello vero all'Ariston non c'è. "Il grande rap manca, ma non per un'imposizione dall'alto. Sono gli artisti a non voler rischiare, temendo che il pubblico non capisca. È un errore, sia verso il pubblico che verso il genere. Io, però, che sono a cavallo tra due generi, rap e cantautorato, mi sento a posto con me stesso e sul palco dell'Ariston sono lo stesso di sempre. Sanremo non mi ha cambiato".
Riguardo agli autori di Sanremo, spesso gli stessi per molti artisti, Peyote osserva: "Ci si stupisce solo a Sanremo ma la discografia italiana va in questa direzione da anni. Gli stessi autori hanno scritto per tutti i grandi artisti ma io non ho mai lavorato con loro. Per questo brano, ho confrontato le mie idee con un amico autore, con cui ho condiviso gli esordi nel rap a Torino. Non saprei dare un giudizio complessivo sul fenomeno ma credo che queste dinamiche siano cicliche: le cose cambiano ma sono fasi". E l'artista si esprime anche sull'autotune: "Io non lo uso ma è specchio dei tempi ed è giusto che si usi". Per la serata delle cover Willie Peyote ha scelto di duettare con Federico Zampaglione e Ditonellapiaga con il brano 'Un tempo piccolo' di Franco Califano. "È uno dei miei brani preferiti - dice- il testo mi ha sempre colpito profondamente. Insegna agli autori come essere poetici anche nel descrivere situazioni decadenti. Rappresenta perfettamente ciò che aspiro a realizzare nella musica". E scherza sulla scelta dei compagni di duetto: "Essendo torinese, mi sono tutelato scegliendo due molto romani".
La kermesse sanremese sarà anche l’occasione per pubblicare, il 14 febbraio, 'Sulla riva del fiume', 12 tracce che raccolgono la prima parte del progetto 'Sulla riva del fiume' (pubblicato solo in digitale lo scorso 26 aprile) e 4 inediti tra cui il brano in gara 'Grazie ma no grazie'. "È musica suonata davvero, registrata in presa diretta dalla band," sottolinea Peyote. "Per me è normale, ma mi rendo conto che oggi è in controtendenza rispetto all'attuale panorama musicale".
E sugli altri big in gara, Peyote esprime il suo supporto a 4 artisti. "Tiferò sicuramente per: Lucio Corsi che farà un'ottima impressione a tutti; Serena Brancale che è una grandissima cantante e merita un grande riscontro; Brunori Sas che è un grande autore ed è giusto che prenda lo spazio che merita tra i grandi nomi della musica italiana e Joan Thiele che spero che venga premiata la sua classe e il suo gusto musicale". E il FantaSanremo? "Senza dubbio cercherò di fare dei punti. Mi sento responsabile per tutti quello che mi hanno scelto in squadra", scherza. di Loredana Errico
"Il palco dell'Ariston non mi ha cambiato ma il vero rap a Sanremo non c'è". Così Willie Peyote, con la sua consueta schiettezza, torna per la seconda volta sul palco del festival con il brano 'Grazie ma no grazie'. Un invito a prendere la vita con leggerezza e affrontare le piccole prove che ogni giorno ci si presentano: dall'invito ad una cena di classe alle continue richieste per cambi contrattuali per la luce dell'energia elettrica. "Lavoro quest'ultimo che ho anche fatto", scherza l'artista in un'intervista all'Adnkronos. "Molte situazioni, anche serie, si possono affrontare con ironia". Viviamo in un momento storico dove "tutto è molto polarizzato. Da qui la mia esigenza di mettere tanta ironia e allegria nella parte musicale del brano, per cercare di alleggerire un po'. Siamo tutti un po' appesantiti dalle difficoltà che non ci permettono di confrontarci con idee diverse dalla nostra. Quando si perde il confronto allora perdiamo tutti e dovremmo riscoprirlo un po'".
L'ispirazione per 'Grazie ma no grazie' è arrivata durante un viaggio in Ecuador, dopo la nascita del suo terzo nipote. "Guardavo l'Italia da lontano, immerso nell'affetto delle mie nipoti, e la canzone è nata spontaneamente". Insieme a Rocco Hunt, Peyote rappresenta una delle poche voci con un messaggio sociale in un Festival dominato da temi amorosi. "Non credo sia un caso che due rapper siano gli unici a parlare di qualcosa oltre l'amore. Il rap, per sua natura, si basa sull'esprimere concetti, non necessariamente di impegno sociale, ma che riflettano la vita reale, andando oltre il semplice sentimentalismo".
Ma sul rap a Sanremo, Willie Peyote concorda con le parole di Jack La Furia: quello vero all'Ariston non c'è. "Il grande rap manca, ma non per un'imposizione dall'alto. Sono gli artisti a non voler rischiare, temendo che il pubblico non capisca. È un errore, sia verso il pubblico che verso il genere. Io, però, che sono a cavallo tra due generi, rap e cantautorato, mi sento a posto con me stesso e sul palco dell'Ariston sono lo stesso di sempre. Sanremo non mi ha cambiato".
Riguardo agli autori di Sanremo, spesso gli stessi per molti artisti, Peyote osserva: "Ci si stupisce solo a Sanremo ma la discografia italiana va in questa direzione da anni. Gli stessi autori hanno scritto per tutti i grandi artisti ma io non ho mai lavorato con loro. Per questo brano, ho confrontato le mie idee con un amico autore, con cui ho condiviso gli esordi nel rap a Torino. Non saprei dare un giudizio complessivo sul fenomeno ma credo che queste dinamiche siano cicliche: le cose cambiano ma sono fasi". E l'artista si esprime anche sull'autotune: "Io non lo uso ma è specchio dei tempi ed è giusto che si usi". Per la serata delle cover Willie Peyote ha scelto di duettare con Federico Zampaglione e Ditonellapiaga con il brano 'Un tempo piccolo' di Franco Califano. "È uno dei miei brani preferiti - dice- il testo mi ha sempre colpito profondamente. Insegna agli autori come essere poetici anche nel descrivere situazioni decadenti. Rappresenta perfettamente ciò che aspiro a realizzare nella musica". E scherza sulla scelta dei compagni di duetto: "Essendo torinese, mi sono tutelato scegliendo due molto romani".
La kermesse sanremese sarà anche l’occasione per pubblicare, il 14 febbraio, 'Sulla riva del fiume', 12 tracce che raccolgono la prima parte del progetto 'Sulla riva del fiume' (pubblicato solo in digitale lo scorso 26 aprile) e 4 inediti tra cui il brano in gara 'Grazie ma no grazie'. "È musica suonata davvero, registrata in presa diretta dalla band," sottolinea Peyote. "Per me è normale, ma mi rendo conto che oggi è in controtendenza rispetto all'attuale panorama musicale".
E sugli altri big in gara, Peyote esprime il suo supporto a 4 artisti. "Tiferò sicuramente per: Lucio Corsi che farà un'ottima impressione a tutti; Serena Brancale che è una grandissima cantante e merita un grande riscontro; Brunori Sas che è un grande autore ed è giusto che prenda lo spazio che merita tra i grandi nomi della musica italiana e Joan Thiele che spero che venga premiata la sua classe e il suo gusto musicale". E il FantaSanremo? "Senza dubbio cercherò di fare dei punti. Mi sento responsabile per tutti quello che mi hanno scelto in squadra", scherza. (di Loredana Errico)