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Dietro lo show dell'Ariston c'è anche Valentina Carlile che addestra la voce con le mani. "In finale puntare su presenza scenica e personalità", esorta. Ecco come vincere l'ansia
"Presenza scenica e personalità". Su questo dovranno puntare stasera i 29 cantanti che saliranno sul palco dell'Ariston per giocarsi la finale del 75esimo Festival di Sanremo. "Questo è il momento di spingere tutto, di premere fino in fondo l'acceleratore per far emergere la quintessenza dell'artista: voce e interpretazione" sì, gusto dell'outfit pure, ma prima "il carisma". La cosa che più conta, quella che alla fine decreta il podio. Lo spiega all'Adnkronos Salute Valentina Carlile, 'ferrari' dell'osteopatia foniatrica, che da più di 20 anni con le mani addestra l'ugola di star della musica italiane e straniere.
Classe 1974, milanese nata a Sesto San Giovanni, Valentina ha messo in curriculum la collaborazione ai tour di tante stelle del panorama nazionale e internazionale. Anche quest'anno ha partecipato al 'dietro le quinte' di Sanremo, una lunga maratona che precede di mesi la kermesse dei fiori, seguendo un concorrente in gara, un partner della serata duetti e un super ospite. Bocca cucita sui nomi, rigorosamente top secret. Ma che ci fa un'osteopata al festival? "Se è vero che per un cantante lo strumento di lavoro è la laringe, organo sospeso che risente degli atteggiamenti e delle sollecitazioni che riceve da tutto il corpo, e che i suoni emessi sono frequenze che si modificano nel tratto vocale - risponde la professionista - allora non suonerà strano che nella preparazione di una performance, accanto al vocal coach, possa esserci la collaborazione di un osteopata".
Qual è il suo compito? "Il vocal coach inizia a studiare i brani con l'artista, annotando eventuali difficoltà di emissione. Successivamente sarà ingaggiato l'osteopata, che andrà a valutare la biomeccanica laringea in toto e più nello specifico le strutture coinvolte nelle emissioni segnalate dal vocal coach. A questo punto si studierà l'approccio che potrà mettere l'artista nella miglior condizione esecutiva, sia con manipolazioni che con strategie corporee", descrive Carlile. "Questo lavoro, che viene eseguito anche in preparazione di un tour - sottolinea - è tanto più prezioso in un evento come il Festival di Sanremo, dove ogni esibizione è 'one shot' e tutto deve essere curato e ottimizzato per quei 3 minuti e mezzo".
"Che sia pop, che sia rap, ogni dinamica" di emissione vocale "richiede un determinato impegno fisico che va analizzato in ogni sua forma. Non solo nella tecnica", precisa Valentina. Tra gli elementi su cui 'opera' l'osteopata della voce c'è dell'altro: "L'artista - evidenzia - va messo nelle migliori condizioni di comodità e capacità gestionale anche per togliere eventuali impacci in caso di ansia", un fattore "da non sottovalutare" perché "rischia di farla da padrone", di soffocare la performance.
L'ansia non è tutta uguale, è uno spettro che a Sanremo cambia faccia serata dopo serata e che richiede 'antidoti' diversi. Il martedì, analizza l'esperta, "c'è l'ansia per il debutto che espone brano, artista e outfit al commento di tutti", alla gragnuola di pagelle che si moltiplicano ogni anno fra carta stampata, web, commenti in Tv e critici 'da divano' pronti a inondare i social. "Dopo mesi di elementi e informazioni secretate si presenta al mondo il proprio progetto. La prima sera bisogna quindi tenere a mente tutte le indicazioni fornite in preparazione, non pensando, per quanto possibile, al pubblico in sala". Il mercoledì e il giovedì raccontano un'altra storia: "La seconda o la terza sera c'è già stato un feedback e si è può essere più sciolti, focalizzati sul mettere a punto le ultime sbavature dandosi al pubblico con più leggerezza". Poi finalmente il venerdì, la serata cover che "è quella del divertimento, dove le tensioni dei giorni prima possono essere accantonate" anche perché "la cover non partecipa alla gara" per il podio.
E alla fine arriva il sabato: "Le classifiche si intravedono e bisogna spingere tutto - esorta Valentina - mettendo al primo posto il proprio carisma. Il pubblico conosce già il brano, dunque si deve spingere l'acceleratore per far emergere la quintessenza dell'artista: voce, interpretazione, presenza scenica e personalità". Il Leone d'oro su palma aspetta, e allora "focus sulla corsa finale" per provare a portarselo a casa. (di Paola Olgiati)