Se non avesse parlato lui della propria omosessualità sarebbe stato fatto "da terzi in maniera brutta"
"Fosse stato per me, per come ragiono io e per quanto sono riservato, il famoso coming out, non l'avrei mai fatto". Gabriel Garko si apre con Nunzia De Girolamo, durante la puntata di 'Ciao Maschio' in onda sabato 9 Novembre, in seconda serata su Rai 1, e ammette di essere stato costretto a rivelare la propria omosessualità nel 2020.
"C'era qualcuno che mi impediva di essere me stesso, sotto tanti punti di vista, - ha rivelato - perché dal momento in cui blocchi l’aspetto della sessualità, vuol dire che blocchi tutto, è come una piccola palla di neve che rotolando diventa immensa. Fosse stato per me, per come ragiono io e per quanto sono riservato, il famoso coming out, non l'avrei mai fatto. Perché io sono dell'opinione che fino a quando esisterà il coming out, significa che non si è realmente liberi. Se qualcuno deve sempre denunciare quali sono le proprie preferenze. Io ho sempre detto, per quale motivo un etero non deve denunciarsi come tale, o per quale motivo un etero non deve denunciare quello che gli piace fare. Ognuno è quello che vuole essere. Però purtroppo io mi sono trovato in un momento particolare della mia vita, dove o lo facevo io stesso il coming out o veniva fatto da terzi in maniera brutta".
"Ho cercato di farlo nel modo più naturale possibile, – ha continuato l'attore - nel modo più sincero possibile. Però l'ho fatto e devo dire mi sono liberato di un grandissimo peso. Forse da tanti è stato visto spettacolarizzato o cose del genere, ma non è stato questo l'intento. È stato proprio un intento di corsa verso qualcosa a cui volevo sfuggire e farlo in un modo per me dignitoso, per poi poter tornare a rilavorare come se nulla fosse successo. Questo era il mio più grande obiettivo".