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Covid, "virus mutato e Danimarca abbatte 17 milioni di visoni"

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05 novembre 2020 | 15.58
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"Ancora una volta dalla Danimarca giungono notizie raccapriccianti sulla diffusione del coronavirus Sars-Cov-2 introdotto dall’uomo (operatori infetti) negli allevamenti intensivi dei visoni, animali particolarmente sensibili a questa infezione, e dove il virus ha così potuto replicarsi subendo importanti mutazioni. La prima ministra danese Mette Frederiksen ha infatti annunciato la decisione del governo di dovere procedere all’abbattimento in urgenza di tutta la popolazione di visoni nel paese (la Danimarca è il secondo paese al mondo, dopo la Cina, produttore di pellicce di visone con 1.139 allevamenti e oltre 17 milioni di animali appositamente allevati ogni anno)". E' quanto rende noto la Lav.

Covid, dal visone all'uomo: perché la mutazione preoccupa

Attualmente sono 207 i focolai intercettati negli allevamenti (il 5 ottobre, un mese fa, erano 41) così il governo ha preso atto della impossibilità di contenere il virus. Frederiksen ha dichiarato che il coronavirus isolato nei visoni, e che è lo stesso che si è diffuso in un’ampia parte della popolazione nello Jutland settentrionale (denominato Cluster-5), mostra una ridotta sensibilità agli anticorpi e pertanto c’è già un concreto rischio di rendere inefficace lo sviluppo dell’attuale vaccino (che si basa sul genoma originario del virus isolato nei primi pazienti). Per tali ragioni il governo ha già trasmesso una informativa all’Organizzazione Mondiale della Sanità, al Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), e alla Commissione Europea.

La decisione del governo si basa sulla valutazione del rischio in relazione alla “tutela della salute pubblica qualora la produzione di pellicce, dopo gli abbattimenti dei focolai, dovesse proseguire nel 2021” e sottoposta allo Statens Serum Institut (Ssi, il più importante istituto di ricerca danese per lo studio dei virus e lo sviluppo di vaccini) da cui emerge che: il virus continua a diffondersi tra i visoni nonostante gli intensi sforzi delle autorità; c'è una forte correlazione geografica e temporale tra i numeri degli allevamenti focolaio e l'incidenza di infezioni tra gli esseri umani.

E ancora che: nei visoni sono stati isolati nuovi tipi del virus Sars-Cov-2 e che si ritrovano nella popolazione; a causa delle mutazioni che si verificano nella proteina Spike in molte di queste varianti (almeno 7) del virus, c'è il rischio che i vaccini che si stanno sviluppando con riferimento alla linea base del genoma e che puntano ad attaccare il virus proprio dalla proteina Spike, non forniranno una protezione ottimale, e comunque l’immunità di gregge alla prima infezione di Covid-19 potrà fornire una protezione inferiore contro le nuove varianti del virus. Lo Statens Serum Institut conclude dichiarando che: “proseguire nell’allevamento di visoni durante una epidemia di Covid-19, comporta un elevato rischio per la salute pubblica”.

“Ci appelliamo per l’ennesima volta al Governo italiano, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro della Salute Roberto Speranza e anche agli esperti del Comitato Tecnico Scientifico affinché prendano in seria considerazione le numerose evidenze scientifiche frutto di mesi di ricerche condotte in Olanda e Danimarca (i due paesi con più allevamenti di visoni e dove sono stati realizzati tracciamenti del genoma del coronavirus sia nella popolazione di visoni che nella popolazione umana) e, anche nell’interesse della Salute Pubblica, decidano finalmente di vietare definitivamente in Italia l’allevamento di visoni e di animali per la produzione di pellicce” dichiara la Lav.

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