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Instabilità politica negativa per settore farmaceutico

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19 settembre 2019 | 19.40
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In Italia ci sono stati 66 governi dal 1946, per una vita media di un anno. Nello stesso periodo il Regno unito ne ha cambiati solo 16 (di cui 3 negli ultimi 3 anni) per una vita media di 4,6 anni. Dati che indicano una instabilità politica e continui cambi di priorità e direzione mentre per l'industria farmaceutica è di grande importanza, come sostengono gli esperti del settore, la certezza delle regole a lungo termine. Sono alcuni dei dati presentati oggi a Roma da Valerio De Molli, Ceo The European Hous-Ambrosetti nel corso dell'incontro 'L'industria manifatturiera farmaceutica italiana: scenario di riferimento e prospettive di sviluppo al 2030', nel corso del quale è stato illustrato un 'Manifesto' con le indicazioni utili a consentire al nostro Paese di mantenere la leadership acquisita fino ad oggi.

"Come aziende farmaceutiche facciamo investimenti a lungo termine - ha spiegato Hubert de Ruty, presidente e amministratore delegato Sanofi Italia, promotore dell'incontro di oggi - per questo la stabilità è fondamentale". Per quanto riguarda gli auspici rispetto al nuovo esecutivo "voglio essere molto ottimista - ha detto de Ruty a margine dell'iniziativa - sull'apertura di un dialogo che consenta di trovare soluzioni per il settore. Che avranno una ricaduta positiva sui pazienti e per la società in generale".

Al nuovo governo Sergio Dompé, presidente e Ceo del gruppo Dompé, chiede invece "che prima di agire analizzi con attenzione quello che già c'è. Troppo spesso vediamo nel nostro Paese atteggiamenti preconcetti, basati su linee di principio. Qualche volta questo non tiene conto di quanto è stato sviluppato e non è coerente con gli interessi del nostro Paese. In particolare la ricaduta occupazionale, che deve essere il primo obiettivo del Paese".

Per il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, intervenuto all'incontro, "bisogna sedersi a un tavolo e costruire insieme un master plan per garantire che si possa investire nel nostro Paese su questo settore. Serve aumentare oggettivamente le sinergie e creare dei centri di eccellenza anche al Sud Italia, cosicché si possa garantire lavoro in quei settori che sono ad alto valore aggiunto e che possano rappresentare un volano per il Pil".

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