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Sindrome metabolica, in arrivo cure con sostanze naturali complesse

Giuseppe Ventriglia, responsabile nazionale dell'Area di formazione della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg)
Giuseppe Ventriglia, responsabile nazionale dell'Area di formazione della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg)
29 dicembre 2020 | 16.04
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Ne soffre un italiano su tre, ma se ne parla poco. E' la sindrome metabolica, patologia complessa che colpisce il 33% di chi ha più di 45 anni di età, con peso superiore alla norma, glicemia e pressione arteriosa elevate ed evidente accumulo di grasso addominale. Provocata da più cause, può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, infarto, ictus e diabete. Pochissime le persone consapevoli del rischio che si corre non curando tale patologia. Spesso viene sottovalutata e quando viene diagnosticata è generalmente trattata con terapie farmacologiche volte a gestire le singole alterazioni. Oggi, però, si può contare su una soluzione terapeutica innovativa basata su sostanze naturali complesse ad azione sistemica e fisiologica, che agiscono su una o più alterazioni metaboliche, oltre ad agire nell'intestino contribuendo al trattamento della sindrome metabolica nel suo complesso.

Questo tipo di soluzioni terapeutiche, oggetto di recenti studi preclinici pubblicati sulla rivista 'Nature - Scientific Reports' e di 7 studi clinici condotti su oltre 500 pazienti (tra adulti e bambini) pubblicati su 'Nutrients' e 'Italian Journal of Pediatrics', entrambi condotti dal Dipartimento di Auxo-endocrinologia dell'Azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze, rappresentano una novità assoluta. Ne è convinto Giuseppe Ventriglia, responsabile nazionale dell'Area di formazione della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) e docente al Master Clinical Pharmacy dell'Università degli Studi di Milano.

"Le novità interessanti - afferma - emergono da ricerche molto sofisticate nell'ambito delle sostanze naturali. Per alcune di loro è stato infatti dimostrata, grazie a complesse analisi di genomica, la capacità di interferire positivamente su alcuni complessi meccanismi che controllano l'equilibrio dei batteri intestinali e i rapporti tra questi e il fegato (l'asse intestino-fegato) e che condizionano positivamente l'equilibrio del nostro metabolismo, quindi con effetti positivi proprio sui fattori che stanno all'origine dell'obesità, della sindrome metabolica e dei conseguenti danni a livello cardio-circolatorio. Detta in parole semplici, una condizione 'complessa' come la sindrome metabolica potrebbe trovare giovamento dalle proprietà benefiche (dimostrate anche in studi clinici su ragazzi, adolescenti e adulti) delle sostanze naturali che, con l'uomo, condividono proprio la condizione di complessità".

Lo studio pubblicato sulla rivista 'Nutrients', condotto su ragazzi obesi con sindrome metabolica, dimostra una riduzione delle Ldl (-20%), delle transaminasi Gpt (-29%) e Got (-27%) e un aumento delle Hdl (+16%). La riduzione dell'indice di resistenza insulinica (-41%), della glicemia a digiuno (-7%) e dell'emoglobina glicata (-5%) è invece il risultato della ricerca pubblicata sull''Italian Journal of Paediatrics', condotta su bambini obesi con storia di familiarità per diabete di tipo 2 e sindrome metabolica per un periodo di 12 mesi.

Al momento non esistono farmaci specifici per il trattamento della sindrome metabolica, oltre agli interventi su alimentazione e stile di vita. Il medico, in genere, interviene prescrivendo una terapia farmacologica per trattare singolarmente i parametri alterati quali la pressione alta, il colesterolo, i trigliceridi e la glicemia. "Non abbiamo farmaci specifici per la sindrome metabolica - ammette Ventriglia - Sappiamo come curare la pressione alta, il diabete, i trigliceridi o il colesterolo 'cattivo' alti, ma non abbiamo farmaci per curare il colesterolo 'buono' se è basso o la condizione di obesità. E neppure la sindrome metabolica come entità patologica autonoma. L'unica cosa che possiamo dire con certezza è che la correzione degli stili di vita scorretti, in particolare sedentarietà e alimentazione, sono fondamentali per combattere tale condizione".

"Anche, e soprattutto, in questi giorni di festa", raccomanda. "Tutti noi dobbiamo mantenere sempre una certa attenzione a evitare le cattive abitudini che sono in generale nocive per la buona salute del nostro organismo. Mi riferisco in particolare alla inattività (che nei periodi di festa aumenta) e agli 'stravizi' alimentari con i tipici eccessi di dolci, di grassi e di bevande alcoliche. Tutte condizioni che, se possono essere tollerate e facilmente recuperabili in chi normalmente segue uno stile di vita sano, sono particolarmente dannose a chi presenta già alterazioni quali il fegato grasso che fatalmente si associa a condizioni di obesità e di sindrome metabolica".

Se si ha la tendenza a mettere su un po' di 'pancetta', bisogna stare molto attenti. Tra i parametri da tenere in considerazione c'è anche la circonferenza addominale elevata. "Avere la sindrome metabolica - spiega Ventriglia - significa avere un maggior rischio di sviluppare sia malattie del sistema cardio-circolatorio (in primis infarto cardiaco) sia un diabete mellito di tipo 2. E il diabete non vuol dire solo avere la glicemia più alta del normale, ma principalmente avere un maggior rischio di andare incontro a una serie importante di complicazioni a carico di tutti gli organi (cervello e sistema nervoso, reni, apparato circolatorio, ecc.) che riducono l'aspettativa di vita e peggiorano la qualità della vita residua".

"Si fa diagnosi di sindrome metabolica - ricorda il medico - quando una persona presenta almeno tre dei seguenti 5 criteri: circonferenza addominale maggiore di 80 centimetri nella donna e 94 nell'uomo, secondo le indicazioni della International Diabetes Federation; glicemia a digiuno superiore a 100 mg/dl; tasso di trigliceridi del sangue maggiore di 150 mg/dl; tasso di Hdl (colesterolo buono) minore di 50 mg/dl nella donna e 40 mg/dl nell'uomo; pressione arteriosa maggiore di 130/85 mmHg".

Dalla sindrome metabolica si può guarire o è un tunnel senza uscita? "Fino a che non si creano danni irreversibili a livello cardiocircolatorio - conclude Ventriglia - è sempre possibile intervenire con l'obiettivo di migliorare il 'funzionamento' del nostro organismo e di ridurre o addirittura far scomparire quelle condizioni che abbiamo descritto prima (obesità, pressione arteriosa un po' elevata, squilibrio dei grassi del sangue) e che sono responsabili di questa famigerata, quanto sempre più diffusa, sindrome metabolica". Dunque, una sana alimentazione, un corretto stile di vita (niente fumo né alcol) e una regolare attività fisica (almeno 30 minuti di esercizio fisico aerobico, 3-5 volte la settimana), tenendo sotto controllo il peso corporeo e in particolare la circonferenza addominale. Regole di 'auto-prevenzione' che, secondo gli specialisti, vanno insegnate fin dalla tenera età.

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