“La politica dovrebbe riflettere sulla norma nella legge di bilancio 2020 in cui si è previsto di ridurre di 2.000 unità i militari della Operazione ‘Strade Sicure’ - 1.000 nel 2021 e 1.000 a giugno 2022 -. Io credo che sia stata una scelta sbagliata, soprattutto in un momento in cui è forte la domanda di sicurezza dettata da alcuni fattori come le baby gang, lo spaccio, la malamovida, le occupazioni abusive, l’immigrazione. Lo stesso vale per la decisione di non prorogare i 753 uomini integrati all’operazione per l’emergenza Covid”. Lo ha affermato il sottosegretario di Stato agli Interni Nicola Molteni in occasione della rassegna "Direzione Nord", arrivata alla quindicesima edizione in corso al Palazzo delle Stelline a Milano.
“La precondizione per la sicurezza è mettere in sicurezza chi la sicurezza la deve garantire”. “Da questo punto di vista, il taser è lo strumento ideale: è un’arma non letale, è uno strumento di difesa e non di offesa, di sicurezza e non di violenza. La sperimentazione avviata nel 2018 in 18 città ha dato risultati straordinari. È emerso che la principale funzionalità sta nell’effetto deterrente: nel 90 per cento dei casi non serve che lo si usi. A breve, inoltre, verrà affiancato dalla bodycam per garantire e verificare in maniera trasparente la correttezza e la professionalità delle forze di polizia”. È in questo contesto, ha aggiunto Molteni, che si inserisce l’utilizzo del taser da parte della polizia locale, che, per professionalità e competenze, è molto diversa da quella della legge istitutiva del 1986. “Oggi la polizia locale non fa solo la multa: è un interlocutore fondamentale strategico nel rapporto interforze e nel garantire la sicurezza dei cittadini. Per questo accolgo con favore l’apertura da parte dell’amministrazione”.