La stima dei provvedimenti adottati in 11 paesi europei. Burioni: "In Italia ci sarebbero già 5,9 milioni di casi"
di Margherita Lopes
Le misure draconiane adottate (in ordine sparso) nel Vecchio Continente per frenare l'epidemia da nuovo coronavirus potrebbero aver già evitato fino a 120.000 decessi in tutta Europa e circa 38mila in Italia. Lo stima un report realizzato da un team dell'Imperial College di Londra guidato da Neil Ferguson e Samir Bhatt e diffuso dall'Oms Collaborating Centre for Infectious Disease Modelling. La nuova analisi dei ricercatori dell'Imperial College (i primi a dire che i dati diffusi a inizio gennaio dalla Cina erano sottostimati, ndr) stima il potenziale impatto degli interventi adottati in 11 paesi europei - Italia inclusa - per contrastare la pandemia di coronavirus, comprese le chiusure delle scuole e i blocchi nazionali.
Secondo la ricerca, fino a 120.000 morti potrebbero essere già stati evitati in 11 paesi, tra cui Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. In dettaglio, queste misure avrebbero evitato circa 38 mila decessi in Italia, salvato circa 16 mila vite in Spagna e circa 370 nel Regno Unito.
Inoltre la percentuale di persone già infettate dal virus oscillerebbe tra il 2 e il 12% della popolazione: 2,7% nel Regno Unito, solo 0,41% in Germania, 3% in Francia e 9,8% in Italia. Dunque nel nostro Paese, come evidenzia il virologo Roberto Buroni in un post, ci sarebbero già "5,9 milioni" di casi di Covid-19. "Molti paesi europei hanno ora implementato misure senza precedenti per mitigare l'impatto di Covid-19, tra cui l'isolamento di casi confermati e sospetti, la chiusura di scuole e università, il divieto di raduni di massa e, più recentemente, lo stop" delle attività produttive, rileva l'Imperial College. "Questi interventi mirano a gestire l'epidemia per prevenire un aumento di casi che potrebbe sovraccaricare la capacità di assistenza sanitaria. Ora, gli ultimi modelli mostrano che potrebbero aver avuto un impatto significativo, evitando potenzialmente fino a 120.000 morti in tutta Europa", scrivono i ricercatori.
"È certamente un momento difficile per l'Europa - commenta Samir Bhatt, docente senior della School of Public Health dell'Imperial College - ma i governi hanno preso provvedimenti significativi per garantire che i sistemi sanitari non vengano sopraffatti. Vi sono prove concrete del fatto che questi provvedimenti hanno iniziato a funzionare e hanno appiattito la curva. Riteniamo che molte vite siano state salvate. Tuttavia, è troppo presto per dire se siamo riusciti a controllare completamente le epidemie e le decisioni più difficili dovranno essere prese nelle prossime settimane", avverte.
"Anche se il bilancio delle vittime continua a salire - riflette Seth Flaxman, primo autore dell'ultimo studio - vediamo abbastanza segnali per concludere che le azioni drastiche intraprese dai governi europei hanno già salvato molte vite, riducendo il numero di nuove infezioni. Ma poiché questi interventi sono molto recenti nella maggior parte dei Paesi, e c'è un ritardo tra infezione e decesso, ci vorrà più tempo - da giorni a settimane - affinché questi effetti si riflettano sul numero di morti che si registrano ogni giorno".
Il team ha utilizzato i dati in tempo reale del Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) sul numero di decessi in 11 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. L'analisi del team mostra che, con gli attuali interventi in atto, le misure in tutti i Paesi esaminati hanno evitato tra 21.000 e 120.000 decessi fino a oggi. E il bilancio delle morti evitate crescerà mantenendo queste misure fino a quando la trasmissione non scenderà a livelli bassi.
"I nostri risultati suggeriscono che interventi come il distanziamento sociale o i blocchi hanno già salvato molte vite e continueranno a salvare vite", ha spiegato Axel Gandy, della cattedra di statistica del Dipartimento di Matematica dell'Imperial College. "L'impatto della pandemia è estremo - aggiunge - ma sarebbe stato molto peggio senza gli interventi adottati. Confermali è cruciale per controllarla". Il report stima che tra il 7 e 43 milioni di persone siano state infettate da Sars-CoV-2) in tutti gli 11 paesi al 28 marzo: tra l'1,88% e l'11,43% della popolazione.
IL VIROLOGO - L'Imperial College di Londra "stima le infezioni di Covid-19 in Italia al 28/3: 9,8% della popolazione, 5,9 milioni di casi". Lo sottolinea il virologo Roberto Burioni, che aggiunge su Twitter: "Capite perché i numeri che sentite in tv alle 18 non hanno molto significato? Capite perché l'Italia ha tanti morti in più rispetto alla Germania?". Secondo il report dei ricercatori britannici, infatti, in Germania sarebbe stato infettato al momento solo lo 0,41% della popolazione. "Questa stima non è mia, ma dei ricercatori dell'Imperial College di Londra, tra i migliori studiosi di epidemiologia al mondo", avverte il virologo.