Una "procedura aziendale applicata dal 2012 che prevede l'igiene delle mani, del vestiario, dei capelli (che devono essere raccolti); in più occorre evitare l'uso di profumi intensi (che potrebbero dare fastidio ai pazienti), del cellulare (che può interferire con apparecchi elettromedicali), così come di anelli, bracciali, collane, piercing, smalto e unghie artificiali; si deve poi assicurare il corretto utilizzo delle mascherine e dei guanti". E' quanto previsto dall'Azienda Ulss 18 di Rovigo, che risponde ad alcuni articoli apparsi sulla stampa ricordando che "si tratta di elementari norme di sicurezza e salvaguardia del paziente e dell’operatore stesso".
La direzione strategica ritiene "doveroso da parte dei vari livelli di responsabilità verificare la corretta applicazione" di queste regole. "E' fuorviante e irresponsabile sottovalutare e quasi ridicolizzare misure che sono i caposaldi dell'igiene ospedaliera. Le misure igieniche riferite ai sanitari sono indicate dall'Organizzazione mondiale della sanità e consolidate da innumerevoli studi scientifici recepiti da questa Azienda come procedura operativa che risale al 2012. La direzione precisa che queste regole di comportamento igienico sono riconosciute e applicate in tutte le strutture sanitarie del mondo, entrano nei percorsi di accreditamento e sono oggetto di formazione fin dai primi giorni di università per gli studenti di scienze infermieristiche".