Scienziati contro Grey's Anatomy. La serie che ha fatto amare in tutto il mondo Meredith Grey e Derek Shepherd potrebbe dare agli spettatori false aspettative: dalla velocità con cui i pazienti guariscono dopo aver subito gravi lesioni, al rischio di morte, fino alla capacità degli attori in camice di individuare e curare rapidamente e senza conseguenze un'ampia serie di patologie. A mettere sotto accusa la celebre serie tv è una ricerca pubblicata su 'Trauma Surgery & Acute Care Open'. Aspettative non realistiche sull'assistenza sanitaria possono essere importanti in un'epoca in cui la soddisfazione del paziente è una componente chiave per la sanità, affermano gli autori.
Se molti 'medical drama' cercano l'autenticità, i vincoli del formato e la necessità di tenere gli spettatori incollati a storie adrenaliniche spesso fanno finire il realismo in secondo piano, dicono i ricercatori. Per provare a quantificare questo fenomeno, gli studiosi hanno confrontato 290 pazienti immaginari in 269 episodi di Grey's Anatomy - le prime 12 stagioni (2005-16) - con i traumi reali subiti da 4812 veri pazienti nella banca dati nazionale Usa Trauma 2012. Ebbene, una buona notizia per gli spettatori è che il tasso di mortalità è stato 3 volte più alto in Grey's Anatomy che nella vita reale (22% rispetto al 7%); la maggior parte (71%) dei pazienti tv è passata direttamente dall'emergenza alla sala operatoria, mentre solo uno su quattro (25%) di quelli reali lo ha fatto. Tra i sopravvissuti al trauma 'per fiction', solo circa 1 su 20 (6%) è stato trasferito in una struttura di assistenza a lungo termine, molto meno rispetto ai pazienti reali (22%).
E ancora, tra i pazienti gravemente feriti, metà di quelli fittizi ha trascorso meno di una settimana in ospedale, mentre solo uno su cinque (20%) di quelli vero lo ha fatto. "Anche se il realismo è un elemento integrante del successo di una fiction in un ambiente di lavoro moderno, che si tratti di un ospedale o di un dipartimento di polizia, gli effetti drammatici richiedono un focus sull'eccezionalità", scrivono gli autori. In poche parole, "i medical drama della televisione americana tendono a basarsi su trame che presentano malattie rare, manifestazioni insolite di patologie comuni, lesioni fantastiche o bizzarre e incidenti di massa, il tutto inquadrato in una rappresentazione" realistica "di un tipico ospedale americano".
Insomma, la necessità di bilanciare realismo ed effetti drammatici "può effettivamente portare a una percezione distorta della realtà tra i telespettatori", scrivono gli autori. Un fenomeno che rischia di avere effetti sulla sanità, quella vera però. "La differenza tra le aspettative dei pazienti e la realtà può, di fatto, contribuire a livelli inferiori di soddisfazione" fra i malati alle prese con traumi reali, concludono i ricercatori.