Lo storico russo Yuri Dmitriev è stato condannato dal tribunale della città di Petrozavodsk, a 15 anni di carcere al termine di un ennesimo processo a suo carico, la revisione del processo che si era concluso nel 2020 con una condanna a 13 anni. La giudice Ekaterina Khomiakova ha accolto la richiesta dell'accusa.
Dmitriev, 66 anni, presidente dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani Memorial, organizzazione che rischia di essere chiusa a seguito di casi discussi in altre aule proprio in questi giorni, ha lavorato sin dalla fine degli anni Ottanta per la ricostruzione della storia delle vittime delle repressioni staliniane in Karelia, individuando le fosse comuni con i resti di migliaia di vittime nella foresta di Sandarmokh.
"Il processo è basato su accusa dalle quali Dmitriev era già stato assolto due volte", ricorda Andrea Gullotta, Presidente di Memorial Italia. Lo storico russo era stato accusato di pedopornografia e possesso di una parte di un fucile da caccia, accuse che, lui così come Memorial, hanno sempre respinto come motivate politicamente.
Dmitriev era stato arrestato e incriminato nel dicembre del 2016 e prosciolto due anni dopo, nell'aprile del 2018, da tutte le accuse esclusa quella riguardo al possesso di armi. Due mesi dopo, la Corte suprema regionale aveva rinviato il caso al tribunale. Per questo, Dmitriev era stato di nuovo condannato a 13 anni.
Dmitriev aveva anche lavorato per l'apertura del memoriale di Sandarmokh e ha contribuito alla compilazione di un libro con i nomi di oltre 6mila persone uccise dalla polizia segreta di Stalin nella foresta.