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Rifiuti: Italia eccellenza in Ue su economia circolare, maglia nera per discariche

Appello al ministro dell'Ambiente, 'L'Europa aspetta un incontro risolutivo'

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09 novembre 2022 | 18.10
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“L’Europa è al corrente dei livelli di riciclo che rendono l’Italia un’eccellenza per l’economia circolare, così come è peggiore sul versante delle discariche, con un alto tasso d’infrazioni e multe. Noi siamo sempre a disposizione se si vuole venire a dialogare per cercare insieme un rimedio a questa situazione”. Così Mattia Pellegrini, capo unità Direzione generale dell’Ambiente, Commissione Europea, mettendo in evidenza luci e ombre sulla gestione dei rifiuti in Italia, con regioni virtuose (i livelli raggiunti dal Veneto sono più alti di qualunque altro Paese Europeo) e alti tassi di conferimenti in discarica concentrati al Sud del Paese.

E' quanto emerso in occasione del dibattito promosso dal Conou, Consorzio Nazionale Oli Usati, a Ecomondo. Appello alle istituzioni anche da parte del presidente di Legambiente Stefano Ciafani che ha dichiarato: “Per rispettare gli obiettivi Europei e proseguire verso gli obiettivi del Green Deal, del Next Generation EU e del Repower EU, e soprattutto per rendere l’industria sempre più competitiva, l’Italia non può sottovalutare l’economia circolare, soprattutto in contesto di emergenza climatica. È fondamentale che le istituzioni italiane abbiano un protagonismo diverso sull’economia circolare. Dobbiamo, con tutte le istituzioni, essere interessati ad aiutare le imprese migliori a fare sempre meglio e sostenerne altre a diventare eccellenza”.

Eccellenza rappresentata dai consorzi di filiera che, come il Conou, realizzano appieno un modello di circolarità dalla raccolta al riciclo.

“L’economia circolare in Italia non è abbastanza considerata – spiega il presidente di Legambiente Ciafani - eppure abbiamo la filiera degli oli usati, dalla raccolta alla rigenerazione, che rappresenta un’esperienza concreta di cui dovremmo essere orgogliosi in Europa, perché siamo migliori degli altri Paesi”. Nell’attuale contesto Europeo che sconta disomogeneità territoriali e una destinazione dell’olio usato alla combustione per il 39%, il Conou offre la propria esperienza di Filiera pluridecennale, che garantisce oggi in Italia una gestione di qualità e la rigenerazione del 98% degli oli usati raccolti.

Per Riccardo Piunti, presidente del Conou, "l’economia circolare è la chiave del nostro futuro, che potrà dare risposte efficaci al cambiamento climatico e alle sfide economiche, sociali e occupazionali emergenti. Il Conou, forte della sua esperienza, è impegnato sulla strada maestra dell’innovazione e del miglioramento della qualità di raccolta e rigenerazione, per contribuire nel nostro Paese a uno sviluppo compiutamente sostenibile”.

Un particolare focus del talk è stato dedicato al tema emergente dei biolubrificanti, che richiedono l’identificazione di un modello di smaltimento e di un perimetro normativo specifico in grado di garantirne la più efficace segregazione e successivo recupero. Conou e Novamont hanno avviato delle ricerche su questo aspetto e chiedono al legislatore europeo un intervento normativo per creare una filiera e una gestione dedicata. “L’innovazione dei biolubrificanti richiede un miglioramento del sistema: il prodotto usato dev’essere gestito in modo specifico e le due eccellenze Conou e Novamont stanno lavorando assieme per studiare e ricercare una soluzione, inquadrata magari in una filiera ad hoc, coinvolgendo i produttori”, commenta Ciafani.

Il Conou, aggiunge l'europarlamentare Gianna Gancia, "è un modello da esportare perché funziona a livello economico e strategico. Faremo ancora di più per farlo conoscere in Europa, a contrasto di un pregiudizio spesso associato al nostro Paese. Basta parlare degli operatori dei rifiuti come fosse un settore poco pulito, che evoca le ecomafie: il Conou ci dimostra che le aziende del settore sono fior di imprese all’avanguardia in Italia e nel mondo".

“In un quadro normativo improntato ai principi di Economia Circolare, ci rendiamo disponibili a gestire i biolubrificanti nella nostra filiera, ferma restando la necessità di indirizzarli a un ciclo di trattamento specifico - spiega Piunti - Gestione e raccolta dovrebbero essere separate e segregate e occorre trovare soluzioni per una rigenerazione mirata”.

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