
Incontro lungo oltre due ore a Palazzo Chigi, apertura su leggi ordinarie di attuazione e documento presentato dai magistrati. Ma l'impianto della riforma non si tocca. Il presidente Anm Parodi: "Non è stata una trattativa, non volevamo farla"
Si è conclusa, dopo oltre due ore, la riunione tra il governo e i rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati a Palazzo Chigi. Durante l'incontro è stato affrontato il tema della riforma della separazione delle carriere.
Durante l'incontro di oggi pomeriggio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni "ha ringraziato l'Anm per le osservazioni e gli spunti emersi nel dibattito" e ha annunciato "la disponibilità di aprire un tavolo di confronto sulle leggi ordinarie di attuazione della riforma e sul documento in otto punti presentato dall'Anm, che riguarda l'amministrazione della giustizia", rende noto Palazzo Chigi, che definisce il faccia a faccia "franco e proficuo".
Il governo ha quindi ribadito all'Anm "la volontà di proseguire con determinazione e velocità nel percorso di attuazione della riforma costituzionale, auspicando la sua approvazione in tempi rapidi".
La premier Meloni durante l'incontro avrebbe intanto smentito le indiscrezioni stampa secondo le quali il governo sarebbe pronto a togliere il controllo della polizia giudiziaria ai pm. Un'assicurazione arrivata anche dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha partecipato alla riunione, riferiscono alcune fonti presenti all'incontro.
L'impianto generale della riforma, in ogni caso, non si tocca. Il governo avrebbe infatti sottolineato che resta blindata la riforma sul sistema giudiziario portata in Cdm e ora all'esame del Parlamento. La stessa Giorgia Meloni avrebbe spiegato l'importanza dei principi cardine del riordino del sistema giudiziario messo a punto dal suo esecutivo, ribadendo però la disponibilità al dialogo. Lo riferiscono alcuni presenti alla riunione.
"Nessuna offerta è stata effettuata, ma era evidente perché il governo sa benissimo che non potevamo corrispondere nulla in cambio. Siamo venuti con la nostra coscienza e onestà intellettuale a presentare le nostre idee. Non è stata una trattativa, non volevamo che lo fosse perché non abbiamo da offrire nulla se non la lealtà e i principi in cui crediamo", ha poi commentato il presidente dell'Anm Cesare Parodi dopo l'incontro. A chi gli chiedeva se si fosse parlato dell'ipotesi di arrivare a un sorteggio temperato per il Csm, Parodi ha risposto: "Assolutamente no" ma "ero assolutamente certo che nulla sarebbe arrivato anche per una ragione di tempi".
"E' stato un incontro non breve, c'è stato un lungo scambio di opinioni che non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo. Io credo non sia stato inutile perché abbiamo avuto modo di spiegare nel dettaglio le ragioni che ci portano a non condividere questa riforma e abbiamo preso atto con molta chiarezza della volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento e alcuna modifica sul punto", ha poi sottolineato, aggiungendo: "Questo è un elemento per noi di chiarezza".
Sulla smentita del governo rispetto alla polizia giudiziaria, Parodi spiega: "Questo è l'unico dato assolutamente positivo, ci è stata una precisa e netta smentita della notizia. Sia Meloni che Nordio hanno detto che non hanno nessuna intenzione di dare corso a questa illazione giornalistica".
"Non mi aspettavo di più e non lo considero un fallimento - continua Parodi parlando dell'incontro -. Lo considero un momento di chiarezza per la prosecuzione della nostra attività e la nostra volontà di arrivare alla gente".
E ancora: "Ci tenevo a fare un discorso importante: chiedere un maggiore rispetto per i magistrati spesso accusati di produrre provvedimenti non giurisdizionali ma ideologici". "Io ho chiesto con forza che questo atteggiamento possa essere modificato perché ferisce i magistrati, che sono i primi a rifiutare questa logica", ha continuato Parodi spiegando che il governo ha risposto che "la politica sente di essere attaccata in qualche misura. Io ho risposto che i magistrati possono sbagliare, accettiamo le critiche ma siamo profondamente feriti e avviliti quando queste critiche non hanno per oggetto i nostri provvedimenti ma la nostra posizione ideologica che avrebbe, secondo la politica, condizionato le nostre scelte".
"Unica speranza da questo incontro - ha detto quindi Parodi - è che ci possa essere almeno uno spiraglio sotto questo profilo, recuperare un reciproco rispetto che gioverebbe al Paese".
"Gli otto punti sono una proposta costruttiva perché ci teniamo a dare un contributo effettivo al funzionamento della giustizia. Sono otto punti, condivisi tra noi, che toccano aspetti centrali per una giustizia più rapida, efficiente, efficace e vicina alle esigenze della gente", ha detto ancora spiegando di aver fatto delle proposte in otto punti al di là del confronto sulla riforma.
"Sugli otto punti ho notato un grande interesse", ha continuato ricordando che si tratta di punti che "riguardano concretamente il prodotto giustizia finale e non questa riforma". "Sull'intenzione di lavorare per una giustizia migliore sugli otto punti, ed eventualmente anche altri, abbiamo trovato sicuramente un'apertura e di questo ci rallegriamo e speriamo ci possa essere un seguito", ha continuato Parodi aggiungendo che su questo "certamente non ci tireremo in indietro".
L'Anm proseguirà quindi la mobilitazione "cercando la gente, i corpi intermedi, interlocutori, cercando di far capire; tanti pensano che siamo qui per difendere interessi corporativi, la casta e i privilegi se non battiamo queste convinzioni la partita è persa".
"Ci saranno manifestazioni di varia natura, dibattiti, interventi sui social, in tv, sui giornali, opuscoli incontri con la gente ossia quello che si può fare in una democrazia per far valere le proprie idee", ha continuato.