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Decreto Albania e riforma cittadinanza, via libera del Cdm

Piantedosi: "Con dl possibile utilizzare Cpr di Gjader per trasferimenti dall'Italia". Tajani: "Cittadinanza si ottiene per discendenza fino ai nonni"

Centro di detenzione per migranti in Albania - Fotogramma
Centro di detenzione per migranti in Albania - Fotogramma
28 marzo 2025 | 09.59
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E' durata circa due ore la riunione del Consiglio dei ministri di oggi a Palazzo Chigi, presieduta dalla premier Giorgia Meloni. Tra i provvedimenti all'ordine del giorno, il nuovo decreto Albania con cui il governo punta a trasformare i centri per i migranti sul territorio albanese in Cpr, che incassa il via libera dell'esecutivo. Disco verde anche alla riforma sulla cittadinanza.

Decreto Albania

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha illustrato in conferenza stampa il nuovo decreto Albania. ''Abbiamo approvato un decreto legge molto semplice - ha spiegato il titolare del Viminale - composto da un solo articolo, al netto del secondo che disciplina l'entrata in vigore, che preciso e specifico interviene sulla legge di ratifica e non sul contenuto del protocollo, e lo fa di fatto rendendo possibile utilizzare la struttura già esistente nel centro di Gjader del Cpr per le persone che vengono trasferite dall'Italia e non come prevedeva la legge di ratifica solo per quelle che venivano salvate in operazioni di soccorso in mare''.

L'approvazione del dl ci consentirà di ''dare immediata riattivazione del centro di Gjader che non perde le sue funzioni'' e ''non viene snaturato, tutt'altro'', ha detto Piantedosi. Inoltre, ha aggiunto, ''abbiamo approvato la relazione annuale sui Paesi di origine sicura che è funzionale alla riapertura a breve del centro anche per le procedure accelerate di frontiera. Nel frattempo contiamo di renderlo operativo aprendo alla possibilità di trasferirvi dall'Italia persone che sono già destinatarie di provvedimento di espulsione e di trattenimento presso un Cpr''. Il ministro dell'Interno ha poi spiegato che ''non ci saranno risorse aggiuntive'' per l'utilizzo del centro di Gjader come Cpr che ''così si aggiunge alla rete nazionale dei Cpr''.

Riforma cittadinanza

I contenuti della riforma sulla cittadinanza sono stati illustrati dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. La riforma è articolata in "un decreto e due disegni di legge", per fermare i troppi "abusi" che ci sono stati in passato, ha sottolineato il vicepremier.

"Il decreto legge cambia concretamente la situazione, perché prevede che gli italo-discendenti nati all'estero saranno cittadini italiani automaticamente - certamente dopo aver dimostrato di esserlo - solo per due generazioni. Chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita", ha detto Tajani.

Dunque, "dalla mezzanotte di oggi - ha spiegato il titolare della Farnesina - cambiano le regole: si diventa cittadini se si ha fino ai nonni cittadini italiani". La seconda fase di questo cambiamento "sarà realizzata attraverso due disegni di legge" che "introdurranno ulteriori e approfondite modifiche sostanziali alla legge sulla cittadinanza", ha aggiunto Tajani.

Si tratta di una riforma "di grande importanza perché punta a rinforzare il legame tra chi vuole essere cittadino italiano e l'Italia. Essere cittadino italiano è una cosa seria, la concessione della cittadinanza è una cosa seria: purtroppo ci sono stati nel corso degli anni abusi e richieste di cittadinanza che andavano un po' al di là del vero interesse nei confronti del nostro Paese".

Tajani ha sottolineato: "La riforma che noi abbiamo approvato punta soprattutto a tutelare coloro che vogliono essere cittadini italiani, a tutelare i veri cittadini italiani all'estero e a tutelare i tantissimi Comuni italiani che sono oberati di lavoro per la ricostruzione della cittadinanza: Comuni che poi sono costretti a bloccare tutto il resto dell'attività amministrativa, così come sono bloccati i nostri Consolati per fare queste pratiche".

Inoltre, con la riforma sulla cittadinanza, "rafforzeremo anche il sostegno all'immigrazione di ritorno, a dimostrazione che non vogliamo punire coloro che si sentono italiani, anzi incentiviamo a farlo ma non possiamo incentivare imbrogli o la finta cittadinanza". "Diamo un colpo molto duro a chi voleva utilizzare la possibilità di diventare cittadino italiano per fare affari", ha sottolineato ancora. Con la riforma ci sarà anche lo stop al "turismo sanitario".

Per quanto riguarda i costi, con la nuova riforma varata oggi dal governo "si aumenteranno le spese per ottenere la cittadinanza". Questi costi ammontavano "a 300 euro; dal primo di gennaio abbiamo cambiato a 600 euro, la proposta è di arrivare a 700 euro. Perché i Comuni, soprattutto quelli piccoli, sono ingolfati", ha detto Tajani.

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