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Migranti, la Commissione Ue sostiene l’Italia alla Corte di Giustizia Ue

06 marzo 2025 | 17.06
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La Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, insieme a diversi governi dell’UE, sostiene la posizione dell’Italia nella disputa sui migranti davanti alla Corte di giustizia europea. L’avvocata della Commissione, l’italiana Flavia Tomat, ha preso una posizione che modifica parzialmente quanto scritto nei documenti ufficiali, offrendo di fatto un appoggio alla strategia di Giorgia Meloni e all’accordo con l’Albania, un modello che sembra trovare il favore di diversi Stati membri: "La Commissione europea è disposta ad accettare che la direttiva sulle procedure d'asilo "consenta agli Stati membri di designare Paesi d'origine come sicuri" anche "prevedendo delle eccezioni per categorie di persone".

Precedentemente la Commissione era stata assai più prudente ribadendo in diverse occasioni la necessità che le procedure accelerate di frontiera rispettino le regole inalienabili del diritto d’asilo. Una posizione che, se accolta, potrebbe sbloccare l’impasse consentendo ai giudici di convalidare i fermi di migranti che arrivano anche da Paesi parzialmente sicuri, come ad esempio potrebbero essere considerati Egitto e Bangladesh, anche se ai tribunali spetterebbe comunque la verifica delle posizioni di rischio dei singoli migranti. Come era previsto, la trattazione orale della causa sul decreto Paesi sicuri approvato dall’Italia che la Corte di giustizia europea ha avviato per esaminare i ricorsi presentati dai legali di alcuni migranti portati nei centri in Albania e poi rilasciati, dai giudici del tribunale di Roma che ha sempre annullato i trattenimenti, e dalla Corte di Cassazione non ha dato alcun esito. I legali hanno esposto le varie tesi, i giudici della Grande Corte (quindici e tra questi l’italiano Massimo Condinanzi) hanno preso visione delle memorie depositate da una quindicina di Stati membri e, dopo tre ore di dissertazione, l’udienza è stata aggiornata al 10 aprile quando l’avvocato generale a cui è stata assegnata la causa, il francese Richard de La Tour, esprimerà la sua posizione.

A giugno, quindi, l’Unione Europea definirà l’elenco dei Paesi considerati sicuri per i rimpatri. In questo quadro, se il governo non si deciderà a varare un nuovo decreto per modificarne la destinazione d’uso in Cpr, i centri per migranti in Albania rischiano di rimanere chiusi almeno per i prossimi tre mesi.

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