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Consulta, nulla di fatto all'ottavo scrutinio: 323 schede bianche, opposizioni non partecipano al voto

La segretaria del Pd Schlein: "Meloni non si è confrontata con noi, un atteggiamento proprietario delle massime istituzioni repubblicane". Conte: "Non possiamo assecondare blitz maggioranza"

Elly Schlein - Fotogramma
Elly Schlein - Fotogramma
08 ottobre 2024 | 10.33
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Nulla di fatto all'ottavo scrutinio del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale: le schede bianche sono state 323, i voti dispersi 9, le schede nulle 10. Sarà quindi necessario convocare un nono scrutinio. Le opposizioni hanno scelto infatti di non partecipare al voto e così il centrodestra ha annunciato che avrebbe votato 'scheda bianca', non avendo modo - senza il voto dei partiti di opposizione - di raggiungere il quorum richiesto.

"È istituzionalmente imbarazzante - si legge nella nota dei capigruppo del centrodestra - l'atteggiamento delle forze di opposizione, che hanno trasformato in un ring di spartizione partitica un dovere così importante del Parlamento". E Schlein ribatte: "Trovo molto ipocrita dire 'ci aspettiamo rispetto delle istituzioni' perché non ci saremmo trovati in questa situazione oggi se avessero rispettato la Costituzione e il proprio ruolo e avessero intavolato un dialogo con le opposizioni prima".

Schlein: "La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura della maggioranza"

"La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura della maggioranza. Ora accettino il dialogo con le opposizioni che si sono rifiutati di avere fino a qui", aveva dichiarato Elly Schlein ai cronisti in Transatlantico. "E quando dico dialogo - ha aggiunto - intendo non chiamate spicciole a parlamentari dell'opposizione per cercare voti per andare avanti nelle loro forzature. Ma intendo dialogo con le opposizioni sulla composizione della Corte Costituzionale: se esiste una maggioranza qualificata per questo voto è proprio perché la Costituzione prevede un dialogo tra maggioranza e opposizione. Noi non siamo stati nemmeno cercati, siamo stati noi a cercare il dialogo e la risposta fin qui è stata sempre un muro. Il fatto che ora si sono fermati, sia la premessa al fatto che ora inizi un dialogo su un passaggio così importante che storicamente ha visto sempre un dialogo tra maggioranza e opposizione".

La ragione per cui Pd, M5s, +Europa, Azione e Italia Viva hanno deciso di astenersi dal voto per il giudice della corte Costituzionale è stata la mancanza di dialogo con il governo. "Sulla composizione della Corte costituzionale - aveva detto la segretaria del Pd in mattinata a SkyTg24 - è prevista una maggioranza rafforzata per favorire l'individuazione di profili alti e il dialogo tra maggioranza e opposizione, che c'è sempre stato. Abbiamo appreso dal giornale che la maggioranza andava dritta senza coinvolgerci. Non può esserci da parte di questo governo, della Meloni e della maggioranza un atteggiamento proprietario delle massime istituzioni repubblicane". Schlein aveva ribadito che è "assurdo" apprendere le decisioni dell maggioranza "dalla stampa, senza una telefonata".

“Non possiamo assecondare il blitz delle forze di maggioranza per eleggersi il proprio giudice costituzionale. Quando si tratta di istituzioni di garanzia, tra l’altro la magistratura più elevata è la Corte costituzionale, non sono ammissibili logiche spartitorie e blitz del genere”, il commento di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle. "Stamattina è fallito il blitz organizzato da Meloni in persona per consentire alla sola maggioranza di eleggersi il giudice della Corte Costituzionale. Li abbiamo lasciati da soli in Aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d'Italia", ha poi scritto sui social dopo il fallimento dell'ottavo scrutinio.

"La Meloni ha fatto campagna acquisti e ha provato ad avere la maggioranza qualificata, prevista dalla Costituzione, senza accordo. Io denuncio la scorrettezza istituzionale di Giorgia Meloni" che "ha fatto campagna acquisti sui parlamentari di opposizione e poi ha pensato di poter eleggere il giudice di Corte Costituzionale da sola. Non si fa così", le parole di Matteo Renzi a Sky Tg 24 Live In. "In un caos internazionale il presidente del Consiglio è alla ricerca di una talpa su whatsapp, di chi ha dato il suo messaggino ai giornalisti... Il presidente del Consiglio dovrebbe mantenere una postura di un certo tipo, non cercare la talpa", ha detto.

Anche il segretario di +Europa Riccardo Magi si era espresso in merito: "Aver reso l'elezione di un giudice costituzionale una questione di governo, sia per il metodo che per la scelta del candidato, danneggia le istituzioni in uno dei passaggi più importanti e delicati della dinamica istituzionale. Ecco perché oggi +Europa non parteciperà al voto: Meloni si fermi e consenta l’apertura di un confronto vero tra i gruppi parlamentari". Mentre in una nota, Azione sottolineava che "lo schema di rapporti tra maggioranza e opposizione così non regge, non c'è mai uno spazio di dialogo. Il fatto che anche su un nome di valore non ci sia alcun lavoro che porti alla condivisione di una proposta, dimostra che così non si può andare avanti".

"Non parteciperemo alla votazione per Marini, una scelta che riteniamo assolutamente incompatibile con il ruolo di Giudice della Corte Costituzionale", aveva dichiarato Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, durante la trasmissione 'Specchio dei tempi' a Rainews24.

La risposta del governo

"Le opposizioni decidono di trasformare perfino l'elezione dei giudici costituzionali in terreno di propaganda politica. Hanno deciso di disertare l'Aula nonostante l'esigenza di sostituire dopo 10 mesi un giudice della Consulta. La maggioranza decide nonostante loro di continuare a rispettare le istituzioni e oggi vota scheda bianca", hanno dichiarato i capigruppo di Camera e Senato del centrodestra.

Poi, pochi minuti prima dell'inizio della votazione per l'elezione del giudice costituzionale, i capigruppo del centrodestra di Camera e Senato hanno così commentato: "A fronte della esigenza di eleggere il giudice vacante della Corte costituzionale, che a norma di legge dovrebbe essere individuato entro un mese dalla cessazione dalla carica e non dopo 10 mesi, come ogni volta, le forze di maggioranza hanno convocato i propri gruppi per procedere alla nomina. Come noto, l'elezione richiede un quorum più ampio dei numeri su cui può contare la maggioranza parlamentare, e quindi nessuna forzatura o blitz possono essere attuati, come qualcuno prova a raccontare in queste ore". "È istituzionalmente imbarazzante - si legge ancora nella nota - l'atteggiamento delle forze di opposizione, che hanno trasformato in un ring di spartizione partitica un dovere così importante del Parlamento. La sinistra è arrivata addirittura a imporre ai propri parlamentari di non ritirare la scheda, temendo che, di fronte all'emersione in sede parlamentare di un nome autorevole, potessero saltare i propri diktat".

Per il centrodestra "è molto grave precludere la libertà di giudizio e di espressione a deputati e senatori, che sono stati di fatto limitati nell'esercizio delle proprie funzioni. E ben poca solidità hanno le preclusioni della sinistra verso eventuali candidati che hanno in qualche modo hanno collaborato con l'attuale governo, visto che in passato, e senza polemica alcuna, sono state elette alla Corte personalità che avevano avuto significativi ruoli non solo in politica ma anche nei partiti che le proponevano. Solo per quel senso dello Stato e di responsabilità che è proprio del centrodestra i nostri parlamentari voteranno, per l'ultima volta, scheda bianca, auspicando che anche nell'opposizione prevalga il rispetto delle istituzioni piuttosto che le logiche di parte".

"Se le opposizioni pensano di bloccare le istituzioni a vita fino a quando la maggioranza non fa quello che dicono loro sbagliano, fanno male alle istituzioni e a se stessi. Il tema è molto semplice: il loro gioco è 'blocchiamo la democrazia e l'Italia perché Meloni ha vinto le elezioni', ma non funziona così. Sono passati due anni, accettino la realtà: hanno perso le elezioni", le parole di Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, mentre alla Camera è in corso la seduta comune del Parlamento.

"Noi governiamo, loro fanno opposizione e riconosciamo alle opposizioni i loro spazi. Ma loro devono accettare che qualcun altro ha vinto e non possono pensare di bloccare la democrazia e le istituzioni", ha rimarcato l'esponente di Fratelli d'Italia.

Il tema del conflitto di interessi di Marini

Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, durante la trasmissione 'Specchio dei tempi' a Rainews24, ha parlato di conflitto di interessi citando Francesco Saverio Marini come possibile nome da eleggere alla Corte costuzionale. "Marini - aveva spiegato - è il consigliere giuridico della Premier e ha scritto la riforma del premierato, e sarebbe chiamato a giudicare su questioni cruciali come l’autonomia differenziata e i referendum correlati, che lui stesso ha contribuito a disegnare. Non solo: Marini è anche presidente della Commissione Paritetica della Valle d’Aosta, e ha redatto ricorsi contro il governo, ricorsi che, da membro della Consulta, dovrebbe poi valutare. Siamo di fronte a un conflitto di interessi inaccettabile. La Corte Costituzionale è un'istituzione di garanzia per tutto il Paese, non è ‘proprietà’ di Meloni".

Un tema a cui fonti di Fratelli d'Italia ribattono così: "In concreto, il preteso conflitto di interessi del consigliere giuridico del presidente del Consiglio, è un bluff! Nel settembre 2022, ad esempio, venne nominato alla Consulta Marco d'Alberti, consigliere giuridico del presidente Draghi"

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