
"Devono far convivere anime molto diverse dialogando con tutti quelli che gli sono vicini, anche con Renzi, Calenda o Fi"
Nasce il Partito liberale democratico. L'ennesimo partito? "Il rischio purtroppo c'è. Però sono stato contento di partecipare da esterno. E' un elemento di vivacità di una democrazia rappresentativa tendenzialmente spenta quello di avere comunque un pezzo di società con delle radici politiche e culturali storiche importanti che propone una offerta alternativa". A rispondere all'Adnkronos è l'ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, a margine della presentazione a Roma del nuovo Partito di centro, fondato dalle associazioni Orizzonti liberali del deputato Luigi Marattin (ex Iv), Libdem, Nos di Roberto Bellia e Liberal forum di Piero Ruggi.
"Io penso che (le quattro associazioni fondatrici - ndr) dovranno avere uno spirito di alleanza maggiore di quello che hanno mostrato perché ovviamente devono parlare con Calenda, con Renzi e poi, probabilmente, in un bipolarismo (con tutti i difetti che giustamente Marattin ha sottolineato) bisogna allearsi e a volte ci si allea anche con chi è distante dalle proprie idee" come accade con i governi di coalizione.
"I partiti classici avevano la capacità di includere. Quelli della seconda Repubblica - osserva - hanno invece una forza centrifuga per cui tendono ad esplodere in tanti personalismi. Auguri, il compito è arduo, l'impresa è al limite del temerario". Quanto alla possibilità di un accordo con Matteo Renzi nonostante le esperienze trascorse De Bortoli osserva: "Secondo me devono comunque avere un dialogo. Tendenzialmente bisogna parlare con tutti. Perché se non c'è un dialogo con Italia Viva o altri partiti di centro, si fa la battaglia delle idee e spesso quelle vincenti vengono proprio da partiti o formazioni minoritarie. E questo è il segno di vitalità della democrazia".
Certo è che, riconosce, purtroppo divisioni e personalismi non si superano "perché siamo entrati prepotentemente nella seconda Repubblica con partiti personali in cui ha contato di più il leader con la sua capacità di suggestione ed attrazione, e meno il movimento, il partito, le idee". "Ma in queste condizioni la Democrazia cristiana della prima Repubblica sarebbe andata in mille pezzi e invece fecero convivere anime molto diverse e quindi - sollecita De Bortoli - perché in una fase come questa non si può tentare con il dialogo? E loro chiaramente devono dialogare con quelli che gli sono più vicini, con i loro prossimi", Azione, Italia viva, Forza Italia, Noi moderati. Così "in vista delle prossime elezioni potrebbe esserci un cambio: anche perché certamente se il centrosinistra non fa una proposta precisa, il centrodestra vincerà nuovamente". (di Roberta Lanzara)