Il conduttore di 'Una parola di troppo' all'Adnkronos: "Le continue cancellazioni par far posto ad altri programmi un po' ci hanno danneggiato"
"Non c'è alcun attacco alla Rai, ho solo fatto un post su Facebook per scusarmi con i tanti telespettatori che mi scrivono chiedendomi i motivi delle frequenti cancellazioni del programma. Qualcuno doveva pur farlo". Così Giancarlo Magalli, conduttore su Rai2 di 'Una parola di troppo', spiega all'Adnkronos le ragioni del suo post in cui parla di "programmazione schizofrenica" della Rai. "E' la solita vicenda che viene ingigantita, allargata, da vari siti che vogliono fare sensazionalismo - dice Magalli - Non ho nulla contro la Rai, anzi. Invece di 'schizofrenica' avrei potuto dire 'fantasiosa' - osserva - ma non sarebbe cambiato nulla".
Perché 'fantasiosa'? 'Una parola di troppo' è "un programma - spiega il conduttore - nato per andare in onda cinque giorni a settimana per 30 puntate, da ottobre a dicembre. Questo era l'accordo che avevo con il direttore di Rai2 Ludovico Di Meo. E così avrebbe funzionato negli ascolti, perché è un programma che piace e che quando viene trasmesso con continuità, fa il 4%, uno share che in quella fascia oraria (dalle 17:15 alle 18:00 su Rai2) è molto buono. Poi però i giorni sono diventati quattro perché il venerdì ce l'hanno tolto per trasmettere un altro programma, poi diventano tre o due perché un giorno c'è il volley, un altro il calcio, un altro ancora la diretta dalla Camera o dal Senato. E' chiaro che la Rai può decidere di mandare in onda quello che vuole, ma con queste continue sospensioni non si riesce a creare l'affezione che è alla base dei risultati di ascolto di un programma. E quindi la settimana successiva, quando torniamo in onda, partiamo dal 2 o 3%...".
Magalli chiarisce che le 30 puntate "si faranno tutte, avremo anche uno speciale Telethon, ma il programma avrebbe meritato di andare in onda con regolarità, senza tutte queste sospensioni per fare spazio ad altre cose, molte delle quali - osserva - non si capisce perché non siano andate sui canali dedicati, senza togliere spazio a un programma che alla gente piace molto, per il quale ho ricevuto solo lodi, lo guardano tutti e giocano da casa in famiglia. Ecco perché ho fatto quel post, solo per scusarmi con i telespettatori. Poi alcuni siti lo hanno 'sensazionalizzato' scrivendo che io attaccavo la Rai. Tutte fesserie, non attacco proprio nessuno. Ho solo evidenziato un problema di continuità della programmazione che un po' ci ha danneggiato", conclude il conduttore.