Convegno al Campidoglio a Roma, promosso da Federpol, l’organizzazione di categoria più rappresentativa con oltre 1.300 iscritti.
Il futuro dell’investigatore privato in Italia. Questo il tema al centro del convegno ‘Investigatore 4.0. Ruolo sociale dell’investigatore privato tra nuove regole e nuove tecnologie’, al Campidoglio a Roma, promosso da Federpol, l’organizzazione di categoria più rappresentativa con oltre 1.300 iscritti.
“E’ arrivato il momento del riconoscimento sociale, politico e istituzionale della figura dell’investigatore privato”, ha sottolineato Luciano Tommaso Ponzi, presidente di Federpol, che ha spiegato come l’associazione “stia attendendo novità sul tesserino ministeriale: ultimamente la questione era al Mef, speriamo di saperne di più a breve”. Come a breve “potrebbero esserci un incontro con il ministro dell’Interno, l’abbiamo sollecitato”, ha sottolineato Ponzi.
E per supportare gli investigatori nelle loro attività Federpol ha aderito all’associazione Sistema Impresa, con il presidente Berlino Tazza che ha partecipato all’evento. “Voi fate un lavoro straordinario-ha detto Tazza rivolgendosi agli investigatori- che non tutti possono fare. L’investigatore deve essere integerrimo, riservato e perfezionista, ma oggi con le nuove regole tutto ciò non basta più, si deve alzare L’asticella per stare sul mercato, stare al passo con le nuove tecnologie”, ha continuato.
E secondo il presidente di Sistema impresa “tutto questo non può essere affrontato da soli, serve fare sistema e con Federpol questo è possibile”.
E tante sono oggi le insidie per gli investigatori nel loro lavoro.
“Oggi le informazioni hanno sempre più un costo -ha spiegato l’avvocato Marco Martorana- e c’è gente pronta a rubarle agli investigatori e altre persone poi pronte a ricomprarle, dalle carte d’identità alle cartelle cliniche. Sì deve fare attenzione a come e dove si conservano, oggi un hard disk con il proprio archivio può essere portato via con pochi click”, ha sottolineato Martorana.