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Ucraina, Isin: in alcuni punti zona esclusione Chernobyl innalzamento radioattività

Il direttore dell'Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, Maurizio Pernice: "Probabilmente dovuto al passaggio di mezzi militari pesanti"

(Afp)
(Afp)
25 febbraio 2022 | 16.55
LETTURA: 2 minuti

"Dalle 17 del 24 febbraio, l’impianto di Chernobyl è sotto il controllo russo. Tuttavia, l’Autorità di sicurezza nucleare ucraina (Nsriu -State Nuclear Regulatory Inspectorate of Ukraine) ha successivamente comunicato che il sito di Chernobyl continua ad essere gestito dall’operatore ucraino e che non vi sono elementi di criticità collegati al mantenimento in sicurezza". Così all'Adnkronos il direttore Isin - Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, Maurizio Pernice, fa il punto della situazione presso il sito di Chernobyl.

"Questa mattina è pervenuta anche la notizia che in alcuni punti della zona di esclusione intorno al sito di Chernobyl, i sistemi di monitoraggio e misura hanno rilevato un innalzamento della radioattività nell’ambiente fino a 15 volte il valore medio misurato nel 2021 - continua - Il fenomeno risulta confinato all’interno della zona di esclusione interdetta a seguito dell’incidente del 1986 e, probabilmente, è dovuto al passaggio di mezzi militari pesanti che hanno provocato la sospensione di radionuclidi depositati al suolo; in proposito, nella zona di esclusione sono presenti molte trincee create dopo l’incidente dove sono stati sotterrati i rifiuti radioattivi prodotti durante le fasi di mitigazione e gestione dell’incidente".

Le informazioni richieste sono state trasmesse all’Isin, autorità nazionale competente nell’ambito della Convenzione internazionale per la pronta notifica di incidenti nucleari ed emergenze radiologiche, "tramite il circuito internazionale di pronta notifica gestito dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dell’Onu (Iaea)". "L’Isin continua a monitorare la situazione anche attraverso le informazioni rese disponibili dai circuiti internazionali di emergenza di cui Isin è punto di contatto nazionale", conclude Pernice.

10mila metri cubi di rifiuti radioattivi ad alta attività

Per quanto riguarda materiali e strutture presenti nell'area, "nel sito di Chernobyl sono presenti quattro reattori spenti e in disattivazione, in uno dei quali si verificò l’incidente. Quest’ultimo ospita ancora al suo interno il combustibile fuso che ancora oggi rappresenta la maggiore criticità per la messa in sicurezza definitiva del sito".

Sul sito "si trovano anche infrastrutture costruite per gestire il combustibile nucleare utilizzato durante l’esercizio dei quattro reattori ed i rifiuti nucleari provenienti dal loro smantellamento; si tratta di circa 2400 t di combustibile nucleare esaurito per la maggior parte stoccato nelle piscine del deposito di stoccaggio, 10.000 m3 di rifiuti radioattivi ad alta attività e 20.000 m3 di rifiuti liquidi e semiliquidi stoccati nei depositi temporanei".

In Ucraina i reattori nucleari in esercizio sono 15, due in costruzione

"L’Ucraina è una nazione che fa largo uso del nucleare per la produzione di energia elettrica. I reattori nucleari in esercizio sono 15 e due sono in costruzione. Un’eventuale attacco ad uno degli impianti provocherebbe un rilascio di radioattività che, come già avvenuto nel 1986, non interesserebbe solo l’Ucraina ma anche i Paesi nel corto, medio e lungo raggio, e la Russia stessa. Ciò induce a ritenere che un attacco diretto a questi impianti dovrebbe essere escluso perché la stessa Russia ne subirebbe le conseguenze", conclude Pernice.

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