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Ostaggi Hamas, Netanyahu al centro delle proteste: "Si dimetta"

In centinaia hanno manifestato a Caesarea vicino alla residenza privata del premier israeliano. Corteo anche a Tel Aviv, 16 arresti. I parenti dei rapiti: "E' lui l'ostacolo all'accordo, condotta criminale"

Manifestanti israeliani vicino alla residenza di Netanyahu a Caesarea - Afp
Manifestanti israeliani vicino alla residenza di Netanyahu a Caesarea - Afp
31 marzo 2024 | 08.03
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Diverse centinaia di persone hanno protestato ieri sera a Caesarea, vicino alla residenza privata di Benjamin Netanyahu, per chiedere le dimissioni del premier israeliano. La manifestazione rientra nelle mobilitazione delle ultime settimane per "aumentare la pressione su di lui e così andare a nuove elezioni", ha spiegato a Times of Israel uno dei partecipanti alla dimostrazione che ha visto tra gli oratori Amos Malka, ex capo del direttorato dell'intelligence militare israeliana.

Malka ha accusato il premier di "aver abbandonato gli ostaggi": "Se le famiglie sapessero quanto è piccolo il divario che Netanyahu si sta rifiutando di colmare, esploderebbero", ha aggiunto riferendosi ai familiari degli israeliani nelle mani di Hamas. Intervistato dal giornale israeliano, Malka, che è uno dei leader del movimento di protesta contro l'attuale governo, ha spiegato che "gli errori che hanno portato al 7 ottobre sono condivisi da molti nella comunità della difesa e dell'establishment, ma quello che è successo dopo" è tutta responsabilità di Netanyahu.

Dimostranti si sono riuniti anche di fronte alla sede del ministero della Difesa a Tel Aviv, sempre chiedendo le dimissioni del governo e la convocazione di nuove elezioni. Sedici persone sono state arrestate, riferiscono i media israeliani.

L'ira dei parenti degli ostaggi: "E' lui ostacolo ad accordo"

I parenti di una ventina di ostaggi israeliani denunciano intanto la condotta "criminale" di Netanyahu, che è "un ostacolo ad un accordo" con Hamas, e fanno sapere di essere al lavoro per 'cacciare' il premier. Nel corso di una conferenza stampa a Tel Aviv, hanno accusato Netanyahu di prendere decisioni senza consultare il gabinetto: "E' lui l'ostacolo a un accordo". "La sua condotta è inimmaginabile - hanno accusato ancora -. E' criminale. Non abbiamo scelta. Lavoreremo per sostituirlo immediatamente, questo è il modo più veloce per assicurare un accordo".

E il padre dell'unico soldato nato negli Stati Uniti e prigioniero di Hamas a Gaza, Omer Neutra, non crede che la priorità del primo ministro israeliano sia la liberazione degli ostaggi. "Sta lavorando (per il ritorno degli ostaggi, ndr), ma la vittoria nella guerra è più importante", ha dichiarato Ronen Neutra alla radio pubblica Kan. "Non abbiamo ricevuto alcun dettaglio sui negoziati. Ha affermato che possediamo asset che Hamas vuole davvero", ha aggiunto dopo che si è tenuto il primo incontro dal 7 ottobre tra Netanyahu e le famiglie dei soldati prigionieri.

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